martedì, Marzo 19, 2024
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Udu, assemblea sul diritto allo studio. “Per moltissimi studenti situazione critica, aggravata dalla crisi”

 “Aumentare il numero delle borse di studio e migliorare i servizi per le studentesse e gli studenti dell’Università di Palermo”.  A chiederlo è  l’Udu Palermo, l’Unione degli universitari, che sull’argomento ha organizzato un’assemblea studentesca sul  diritto allo studio, che si terrà martedì 20 aprile alle 17:30 su Google Meet. L’Udu, per affrontare il tema dell’aumento dei benefici per gli studenti Unipa, ha anche chiesto un incontro con l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla.
       “Palermo e  la Sicilia e stnno vivendo un periodo di crisi profonda. E’ stata stimata una riduzione del 12,5 per cento pro capite del Pil in tutta l’Isola. Una situazione che sta mettendo a durissima prova migliaia di famiglie e che si ripercuote in maniera pesante  sulla vita delle studentesse e degli studenti universitari  – dichiara Matteo Norcia, coordinatore d’Ateneo dell’Udu  Palermo- A mettere in luce le drammatiche conseguenze della crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria, c’è un altro indice da non sottovalutare: gli idonei alle borse di studio nell’Ateneo palermitano sono aumentati del 12 per cento. Questo dato,  apparentemente semplice, risulta quanto mai drammatico se si considera che la soglia Isee per accedere al concorso è stata ridotta da 23mila 626,32 euro a 20 mila 626,32 euro. Una riduzione senza la quale il dato di idonei sarebbe stato considerevolmente più elevato”.
     E questo, senza considerare il fatto che le nuove modalità di erogazione della didattica,   per il protrarsi della pandemia,  e gli effetti  sociali e psicologici legati all’emergenza,  hanno portato anche a un calo del rendimento universitario. 
   “Tutto questo, ha portato gli enti regionali per il diritto allo studio a creare la linea B, la graduatoria per chi non rientra nei requisiti di merito, per la quale non verrà  erogato secondo le più rosee delle  previsioni nessun contributo – aggiunge Norcia – In questo quadro generale, per la popolazione studentesca  non sembra esserci alcun segnale di miglioramento. Già nell’anno accademico 2019-2020, la Sicilia risultava ultima, a livello nazionale, per la copertura di  borse di studio:  sono stati  tutelati appena il 78 per cento degli idonei, quando tutte le altre regioni avevano raggiunto almeno il 90 per cento di copertura”.
    “In particolare – sottolinea  Valerio Quagliano, delegato del diritto allo studio dell’Udu Palermo – l’Ersu di Palermo à arrivato al massimo a una copertura delle borse del 60 per cento.  Quest’anno la copertura palermitana di borse di studio è di appena il 73 per cento, risultato raggiunto nelle ultime settimane con  l’arrivo di 7 milioni di euro fra Fis  e fondi regionali. Un  incremento insufficiente,  che  dimostra come la politica  sul diritto allo studio sia stata fallimentare. L’abbassamento della soglia Isee era infatti finalizzato al raggiungimento del 95 per cento  della copertura,  per sbloccare la quota premiale. Siamo consapevoli – prosegue Valerio Quagliano – della variazione registrata in termini assoluti, conseguente  all’aumento di 2mila borse di studio. Eppure, se non vi fosse stato l’abbassamento della soglia Isee, si stima che con i fondi a disposizione la copertura sarebbe rimasta del 60 per cento. Quest’ultimo dato evidenzia come, di fatto, la risposta politica delle istituzioni in materia di diritto allo studio universitario sia stata un semplice tamponamento del problema. Appare quindi chiaro che sia debole la volontà politica di invertire la rotta, per fare un serio investimento sull’Università e sulla mobilità sociale”.   
   “L’Isee richiesto per partecipare ai bandi Ersu si riferisce alla dichiarazione dei redditi di due anni fa. Questo ci fa notare – aggiunge Quagliano – che l’ impoverimento generale delle famiglie siciliane risale a prima della pandemia. Ciò fa prevedere che nei prossimi anni il numero di partecipanti salirà ancora di più, a causa dell’aggravamento della  crisi economica.”

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