venerdì, Marzo 29, 2024
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Convenzione fra la Fondazione Giglio di Cefalù e la Fondazione Policlinico Gemelli

Fp Cgil, Uil Fpl e Cimo esprimono le loro perplessità in una nota alla Regione e all’assessorato alla Salute 

“Chiarimenti sulla convenzione di partenariato stipulata tra la Fondazione Giglio e la Fondazione Policlinico Gemelli, con particolare riferimento alla sua sostenibilità economica e, conseguentemente, al rischio che le elevate competenze già esistenti, da sempre soffocate nel loro sviluppo dalla carenza di risorse economiche, subiscano un ulteriore ridimensionamento”.
  A chiedere delucidazioni, sono le sigle sindacali Fp Cgil, Uil Fpl e Cimo che,  in un documento a firma congiunta  inviato alla presidenza della Regione e all’assessorato alla Salute, esprimono numerose critiche e preoccupazioni sui rischi insiti nel progetto e chiedono informazioni dettagliate sulle risorse di cui potrà disporre la Fondazione Giglio nei prossimi anni.
     Fp Cgil, Uil Fpl e Cimo, pur confermando di essere in linea di principio favorevoli alla partnership con una fondazione di prestigio come quella del Gemelli per  migliorare la qualità assistenziale e scientifica della Fondazione Giglio, oltre ai dubbi  esprimono “profondo rammarico” per la totale assenza di concertazione preventiva con i “quadri intermedi” (professionisti sanitari e organizzazioni sanitarie),  prima della decisione di dare il via a  cambiamenti strutturali e organizzativi tanto  radicali.
  “Vorremmo  dare rassicurazioni a tutti quei professionisti che, in questo clima di preoccupata incertezza, potrebbero scegliere di  andare a lavorare altrove”.
      La convenzione prevede la realizzazione di un “Centro di eccellenza nell’ambito della ricerca e dell’Alta Formazione a prevalenza oncologica”, attraverso la strutturazione dei seguenti ambiti assistenziali: Grave obesità, Tumori della tiroide, Linfomi, Neoplasie mammarie, Tumori dell’apparato digerente, Neoplasie dell’endometrio, Endometriosi, Radioterapia e Medicina nucleare, Anatomia patologica e Diagnostica molecolare, Chirurgia Robotica.
      La previsione è un numero di ricoveri per le attività a conduzione della Fondazione Policlinico Gemelli crescente da 729 il primo anno a 1.474 il terzo anno, fino a 2.068 il decimo. E’ inoltre previsto un incremento dell’attività ambulatoriale, quantificata in 78 milioni di euro  complessivi in 10 anni, di cui 65 milioni  per radioterapie.
    La realizzazione del progetto comporterà per la Fondazione Giglio un impegno economico complessivo di oltre 40 milioni di euro in 10 anni (come risultante della sommatoria di 8,5 milioni a fondo perduto, più  una percentuale variabile dal 30 per cento  al 20 per cento  sul valore dei Drg  prodotti;  a questo bisogna aggiungere  le spese per la formazione maggiorate del 30 per cento, il 40 per cento  del fatturato dei ricoveri in solvenza, il 70 per cento  del fatturato per prestazioni ambulatoriali in solvenza, l’8 per  del fatturato per radioterapia.
   Nel documento inviato i sindacati fanno le loro considerazioni. “La Fondazione Giglio anni vanta una produttività superiore a quella prevista  dal budget assegnato dalla Regione, sia per ricoveri che per prestazioni ambulatoriali. Anche l’equilibrio economico è un meritato vanto di questa amministrazione. Eppure, il margine utile dell’ultimo anno è, citando parole del Presidente, di soli 400 mila euro.  Quindi ci si chiede: come si potrà reggere il peso di un impegno economico di 40 milioni in 10 anni? Infatti, a tutt’oggi, non risulta che siano previste, da parte della Regione, risorse economiche aggiuntive rispetto al budget da DRG finalizzate alla realizzazione del partenariato, considerato che un semplice incremento del budget per attività di ricovero non avrebbe comunque alcuna influenza sull’equilibrio economico, dati i ridottissimi margini di utile derivanti dalla valorizzazione DRG e le alte percentuali da corrispondere alla FPG”.
     L’altra preoccupazione riguarda il fato che l’Ospedale Giglio è una piccola struttura di soli 240 posti letto e, sostanzialmente, senza possibilità di ampliamento. “Come farà ad accogliere una così grande mole di ricoveri (a regime, quasi un quarto dell’attività attuale) oltre che di prestazioni ambulatoriali? In quali locali troverà posto l’attività in solvenza, sia da ricoveri sia da prestazioni ambulatoriali?
   Il timore dei sindacati è che “le legittime aspirazioni di progresso delle professionalità già adesso presenti al Giglio possano essere ancora una volta soffocate dalla carenza di fondi e dalla carenza di spazi”.
   “Benché tre delle prime sei cause di mobilità passiva siano di ortopedia (le prime due) e di cardiologia, l’equilibrio di bilancio della Fondazione ha sempre impedito di fare interventi che avremmo fatto senza decurtazioni del DRG e che avrebbero dato una risposta significativa ai bisogni di salute e di risparmio della Sicilia – osservano i sindacati –  Come non temere che sarà anche peggio nei prossimi anni, quando sarà necessario finanziare una partnership che non prevede alcun tipo di sviluppo né per l’Ortopedia né  per la Cardiologia? Allo stesso modo, i futuri costi imposti dal partenariato aggraveranno sia le croniche e gravi carenze di personale, sia la speranza di adeguamento degli stipendi, da sempre inferiori rispetto all’ospedalità pubblica. Se a questi fattori si aggiunge lo stato giuridico penalizzante per i dipendenti, rispetto al quale continua a non esservi traccia di soluzione, è plausibile che si concretizzino condizioni che potrebbero incidere negativamente sulla motivazione di alcuni tra i professionisti migliori, che potrebbero scegliere di lavorare altrove, come purtroppo molti altri hanno fatto prima di loro”.
   “Se è vero che una forma di partenariato era indispensabile – concludono Fp Cgil, Uil Fpl e Cimo  –  in quanto prevista nello statuto della nuova Fondazione, è altrettanto vero che nessuno impediva di disegnarla valorizzando e sviluppando le tante eccellenze già attive, le quali, viceversa, anziché essere premiate per l’eccellente lavoro svolto in anni particolarmente difficili, subiranno, probabilmente, una mortificante (e “diseducativa”) penalizzazione”.

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