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La Pelle Nuova, quinta delle produzioni discografiche dedicate al Poeta bagherese: curate da Emanuele Buttitta

La Fondazione Ignazio Buttitta ha pubblicato il Cd La Pelle Nuova (2021), quinta delle produzioni discografiche dedicate al Poeta bagherese, tutte curate da Emanuele Buttitta.

Moltissimi i cantanti e i musicisti che nell’ultimo mezzo secolo hanno interpretato i testi di Ignazio Buttitta: tra questi Bobo Santo Otera, fondatore, cantante e performer della Taberna Mylaensis, che negli ultimi due anni ha dedicato gran parte della sua attività all’approfondimento delle poesie di impegno civile e di alcune liriche d’amore meno eseguite in passato ma non per questo di minor valore. Otera, con la collaborazione di Gabriele Ferrarese, ha composto melodie nuove poiché “È necessario raccontare, cioè ordinare: un cuntu imprevisto e sorprendente, di quella vita mia che ancora si dipana: amicizia, musica, politica; il primo incontro con Ignazio: cercare la musica dentro i suoi versi, cantarlo”, come lui stesso afferma nell’introduzione del Cd. E la melodia, o meglio, l’ambiente musicale del disco, è una colonna sonora fatta di strutture classiche, archi e sintetizzatori; un paesaggio sonoro (il treno, la strage, il “mi manchi” delle sue splendide canzoni d’amore) che vuole rappresentare l’immortalità dei versi di Buttitta, fuori dalle musiche convenzionali dove scrivere è una cosa, suonare un’altra e ascoltare un’altra ancora.

Ma l’aspetto più interessante è che con Otera il Poeta è cantato sia in siciliano sia in italiano. Ciò permette che i significati testuali della letteratura sui temi del lavoro, della mafia, dell’emigrazione, del dolore, dell’amore possano giungere limpidamente non più solo al pubblico isolano ma a tutto il pubblico nazionale. Al di là di ogni idillio etnico, paradossalmente, cantare in italiano Buttitta è rappresentare in modo chiaro a un pubblico più vasto una identità culturale specifica. A questo proposito, nella sua introduzione Emanuele Buttitta scrive: “La letteratura vale per i significati che veicola, per la implacabile verità del verso: è necessario renderla immediatamente comprensibile. È stato tradotto e letto in tante lingue, cantato solamente in siciliano. Bisogna farlo in tutti gli idiomi del mondo. Acerrimo nemico del mito romantico delle identità nazionali, della specificità conforme dei popoli, mio nonno, comunista e cosmopolita, affermava il valore di un’antica stratificata cultura, perché pensava che avesse qualcosa da dire nella costruzione di un mondo più giusto, più equo: di uguali; e di conseguenza, marxianamente, anche nella edificazione di una identità condivisa”.

Quindici le tracce contenute nel Cd, dalle più celebri Lingua e dialetto e Non mi lasciare solo, alle meno conosciute Tu non ci sei e Da stasera a domani, attraverso le quali, dice Emanuele Buttitta “Bobo, cantando in italiano, ha valorizzato pure la dimensione lirica dell’Opera: poesie mai note e anche da me dimenticate; gli ha fatto una pelle nuova.”

Alcuni brani sono stati presentati in anteprima in occasione della edizione 2021 del Festival Fino al cuore della rivolta organizzato da Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani di Fosdinovo.

Il Cd è realizzato con il contributo del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana e del Ministero della Cultura, Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali.

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