“Quali iniziative i ministeri dell’Interno e della Transizione ecologica intendono adottare, per quanto di loro competenza, al fine di supportare anche economicamente il ripristino dell’impianto kalat distrutto dall’incendio e i costi che i Comuni del Calatino dovranno sostenere per il conferimento dei rifiuti in altri siti siciliani?”.
È questo il succo di una interrogazione che i deputati M5S alla Camera Eugenio Saitta e Gianluca Rizzo hanno depositato a Montecitorio in seguito al rogo che ha interessato l’impianto di trattamento dei rifiuti di Grammichele che serviva il comprensorio del Calatino.
“Il rogo all’impianto Kalat – ha detto Saitta in aula a Montecitorio – è il secondo, dopo quello dell’estate del 2017, ed è davvero grave che sia nuovamente accaduto un episodio del genere, visto che si sospetta la natura dolosa. C’è una longa manus che danneggia i Comuni e le comunità siciliane nel ciclo dei rifiuti. Un ciclo zoppicante di per sé ma che il rogo dell’impianto Kalat, che serviva la comunità del Calatino, rischia di mettere in ginocchio”.
Saitta e Rizzo esprimono vicinanza alle comunità colpite e ai sindaci: “Il malfunzionamento dello stabilimento della Kalat Impianti – dicono – comporterà una perdita degli introiti derivanti dalla gestione dei rifiuti prodotti nella zona del Calatino. Inoltre si è sprigionata, dalle fiamme, una nube tossica e attendiamo i rilievi dell’Arpa per comprenderne la portata”.
“Si tratta – concludono – di una situazione di assoluta emergenza nella quale occorre che lo Stato e la Regione facciano la propria parte: i cittadini siciliani non possono pagare il prezzo di simili episodi”.