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Museo Riso Palermo, quarta settimana di programmazione: in scena “Buzzatiana” e l’omaggio ad Aurelio Pes

Quarta settimana per Settembre al Riso, nel segno del ricordo di Aurelio Pes: fine intellettuale, storico e drammaturgo, Pes è scomparso a inizio dicembre scorso, e sono state diverse le manifestazioni in campo per ricordarlo. A completamento di un ciclo di tre eventi – la messinscena di “Sette contro Tebe” nell’adattamento di Pes alle Dionisiache di Segesta e una giornata a lui dedicata a NaxosLegge – promosso dall’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana, Palazzo Riso ospiterà mercoledì 22 settembre, l’ascolto, in prima assoluta, dell’audiodramma “Attis” costruito dal sassofonista e compositore Gianni Gebbia

Ma Settembre al Riso prosegue già domani con uno spettacolo quasi storico, “Buzzatiana”, che segna il ritorno a Palermo di Dario Ferrari e Nina Lombardino: il duo di artisti, ex Darianton poi LiberiTeatri e anima del Teatro delle Balate, ha lavorato fuori dall’Isola, ma adesso è deciso a riprendere il ruolo che gli spetta nel panorama teatrale palermitano. Ed eccoli quindi in scena, domani appunto (martedì 21 settembre) alle 21 nel cortile del Museo di arte moderna e contemporanea, con due racconti noir liberamente tratti da“La giacca stregata” e “I topi”, entrambi parte de  “La boutique del mistero” antologia di racconti pubblicata da Dino Buzzati per la prima volta nel 1968 per Mondadori. 

Teatro d’attore quindi, narrazione teatralizzata: ne “La giacca stregata” Dario Ferrari veste i panni di un uomo che fa la conoscenza di un sarto talmente eccezionale da progettargli una fantastica giacca: da ogni tasca uscivano soldi, che però corrispondevano ad altrettante azioni criminali. Il protagonista, in possesso di questa giacca, si arricchisce enormemente, ma poi, roso dal rimorso per tutti i reati che lui non ha commesso personalmente, ma che sono comunque legati a quella giacca (e lui è l’unico ad accorgersene), decide di bruciarla e ritorna più povero di prima. “I topi” sono invece calati in un’atmosfera noir, alla Hitchcock per intenderci: in scena c’è Nina Lombardino, pronta a narrare della famiglia Corio, che ha cercato di combattere la presenza dei roditori nella casa di campagna, ma  alla fine erano stati uccisi proprio dai topi e il figlio Giovanni, amico del narratore, era invece rimasto prigioniero, con la moglie, sempre dei roditori. Biglietti: 7 euro. www.coopculture.it 

Ed eccoci all’omaggio ad Aurelio Pes: mercoledì alle ore 20.45, prima dell’inizio dello spettacolo, alla presenza dell’Assessore Alberto Samonà si ricorderà l’autorevole drammaturgo, che fu anche storico, sottolineando i suoi molteplici interessi, la passione per il mondo antico, per una parola importante e forbita, quasi aulica, connessa al teatro classico; ma anche per l’arte moderna e contemporanea, per i nuovi linguaggi. 

«Questa è la tappa conclusiva di una serie di omaggi che ho voluto fortemente organizzare – dichiara Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – La condivisione di quest’opera di Aurelio Pes, mente fine e illuminata che ha sempre speso il suo fare a nutrimento della Sicilia e non solo, nella sua genesi ha coinvolto, proprio durante il lockdown, il musicista Gianni Gebbia. Portare in scena “Attis. Scene di  sogni e di danze” è testimonianza di come l’arte superi il tempo terreno, rimanendo immortale, e di come sia sempre valido strumento nell’evoluzione personale. Compito delle istituzioni è quello di continuare a dare spazio e opportunità alle figure che, con il loro fare, hanno segnato la storia della nostra terra e promettono, sempre, un arricchimento che sia culturale e spirituale – continua Samonà -. La forza del pensiero di Aurelio Pes è stata e rimarrà solida grazie alla sua, sempre viva, natura curiosa e appassionata».

Si deve proprio ad Aurelio Pes il testo di  “Attis. Scene di  sogni e di danze”, scritto nel 1985, dove viene rievocata la figura di Attis, divinità di origine frigia importata nella Roma Antica, un culto dalle origini oscure legato alla Grande Madre e contraddistinto da rituali con musiche stridenti e modalità sacrificali estreme che facevano parte dei Misteri. Su questo testo ha lavorato durante la pandemia e il primo lockdown, il compositore e sassofonista Gianni Gebbia: ne è nato un audiodramma per sette voci recitanti, che sarà portato in scena sempre mercoledì 22 alle 21. Musiche di Gebbia e videomapping a cura di Dario Denso Andriolo. Ingresso libero.

Ho conosciuto Aurelio Pes nel 1978 e lo considero uno dei massimi scrittori e poeti che la Sicilia abbia prodotto, degno di essere annoverato accanto a Lucio Piccolo, Bartolo Cattafi e Quasimodo – scrive Gianni Gebbia – Con lui progettavamo da tempo di fare qualcosa di musicale sui suoi testi, ma il lavoro si è purtroppo interrotto per la sua improvvisa scomparsa. Ho dunque  iniziato la composizione di questo audiodramma  durante la pandemia ed il primo lockdown sul testo che avevamo scelto. Altra grande fonte di ispirazione è stato il ricordo della serie televisiva dell’Odissea diretta tra gli altri da Mario Bava con le bellissime musiche di Carlo Rustichelli ed i leggendari attori Bekim Fehmiu e Irene Papas”. 

“Attis” verrà anche pubblicato, il giorno seguente alla prima, come album digitale sul sito dell’etichetta palermitana, di risonanza internazionale, Objet-a e sul sito di Artè France dedicato ai radiodrammi. L’evento e la produzione sono curati dall’associazione culturale One Drop grazie al contributo dell’Assessorato ai Beni Culturali. 

La rassegna Settembre al Riso, giunta al suo secondo anno di vita, è promossa dall’Assessorato regionale ai Beni culturali e Identità siciliana, in collaborazione con il Museo Riso e CoopCulture.

Tutti gli appuntamenti iniziano alle 21 (in caso contrario, è indicato l’orario diverso). Si entra solo con green pass o tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti. Per gli spettacoli a ingresso libero, si entra fino ad esaurimento dei 180 posti disponibili.

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