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Il Sindaco di Pantelleria risponde alle falsità ed alle delazioni della Consigliera Della Gatta

Vincenzo Campo: “La Consigliera, in cerca di visibilità, ha un solo fine ormai chiaro: farla pagare a chi ha ritirato le sue deleghe assessoriali. La politica non si fa con pettegolezzi e delazioni. Si assumerà le responsabilità di quanto affermato.”

Ancora una volta la Consigliera Della Gatta evidentemente sempre in cerca di visibilità, anche questa volta si è “sbizzarrita” in ricostruzioni fantasiose e denigratorie nei confronti dell’Amministrazione Comunale.

Il suo fine, ormai è chiaro: non fare il bene dei panteschi e di Pantelleria, ma farla pagare a chi ha avuto l’ardire di ritirare le sue deleghe assessoriali.

Si tratta solo di una vendetta personale e nulla più.

Infatti, in quello che dice non c’è traccia di alcuna norma violata o di alcuna illegittimità, ma solo delazione e diffamazione di basso livello, che non nobilita certo la consigliera che dichiara anche di avere una cultura elevata.

Naturalmente si assumerà le responsabilità delle sue affermazioni diffamanti nelle sedi opportune.

Ma andiamo con ordine.

La Consigliera accusa l’Amministrazione di aver seguito un iter anomalo riguardo gli eventi, iter che, a suo dire, è “verosimilmente connotato da profili di alta antigiuridicità”.

Non specifica però quale sarebbe in dettaglio l’iter anomalo. In effetti non può farlo, perché è lo stesso iter che è stato seguito nel 2019, quando lei era Assessore, per l’organizzazione di spettacoli.

Spettacoli, lo ricordiamo, che furono affidati ad una agenzia con la quale la Della Gatta aveva avuto dei rapporti lavorativi.

Quindi bisogna dedurre che anche quell’iter, seguito e avallato da lei stessa nel 2019, era “verosimilmente connotato da profili di alta antigiuridicità”?

La Consigliera non accetta che questa Amministrazione stia agendo e non tollera il fatto che non ci lasciamo intimorire dalle sue continue insinuazioni lanciate sia nel corso dei Consigli Comunali, sia con articoli diffamanti come quest’ultimo.

Riguardo al dott. Salvatore Belvisi, piace constatare che la Consigliera Della Gatta si sia ravveduta nei suoi confronti, dato che ricordiamo bene tutti la sera in cui si scagliò contro di lui al Castello, accusandolo di volerle impedire di portare a termine una manifestazione.

Il suddetto funzionario era stato per giunta filmato e dileggiato su Facebook con un video postato in diretta. Video poi rimosso, ma registrato. Una delle pagine più squallide dell’assessorato Della Gatta.

Ci ricordiamo anche di quando rilasciava interviste non certo lusinghiere nei confronti dello stesso funzionario, per esempio nell’estate 2019, quando le associazioni che avevano programmato eventi per la stagione, a seguito di una comunicazione del IV Settore, si tirarono indietro per ulteriori adempimenti che fino ad allora non erano stati mai richiesti (intervista pubblica del 27.07.2019). Sorte toccata anche agli eventi programmati dallo stesso Assessore Della Gatta che però li aveva annunciati ad inizio stagione.

Mah! Si vede che in questi due anni, tolta la giacca di assessore, la Della Gatta ha cambiato improvvisamente e provvidamente opinione riguardo l’operato del dirigente in questione.

Ribadisco, come già fatto nella Commissione Garanzia e Trasparenza il 7 settembre scorso, che il Dott. Belvisi non è stato sollevato da nessun incarico, per il semplice motivo che questa Amministrazione non gli aveva mai assegnato alcun incarico.

Lo scorso 3 agosto, dopo 3 anni di osservazioni e attente analisi riguardo l’operato dei responsabili dei settori in regime di proroga, il Sindaco ha esercitato le sue prerogative nominando i responsabili di settore che riteneva più idonei e cercando, per quanto possibile, di applicare il principio di rotazione.

Il secondo punto sul quale la Consigliera torna a battere, riguarda la questione del fondo crediti di dubbia esigibilità dell’acquedotto, accusando falsamente gli uffici di non volerle fornire i dati da lei richiesti.

Per l’ennesima volta, però, la Consigliera dimentica di citare l’esito del suo ricorso al TAR. Infatti, il Tribunale Amministrativo nella sentenza n. 2371/2020 ha respinto il ricorso presentato dalla Della Gatta. Forse è bene citare alcune parti salienti di quella sentenza, anche per rinfrescare le idee e la memoria alla consigliera.

I giudici amministrativi, infatti, affermano che “L’amministrazione comunale, con la nota del 13.2.2020, nonostante le premesse, non ha, in definitiva, escluso il diritto della ricorrente di prendere visione di tutti gli atti indicati nella relativa istanza di accesso, avendo, invece, espressamente dichiarato di essere a completa disposizione ai predetti fini, ma ha soltanto ritenuto che, data la numerosità degli stessi, fosse complicato produrli in copia” ed aggiungiamo noi anche scannerizzarli tutti per fornirli in formato digitale, tutto ciò avveniva nonostante il fatto che il diritto al rilascio delle copie è riconosciuto al consigliere comunale esclusivamente per gli atti di cui al comma 1 dell’art. 27 del richiamato regolamento, tra i quali non sono annoverabili gli atti richiesti con l’istanza di cui trattasi.

È interessante notare che i giudici concludono affermando che “alla luce di quanto rilevato da parte dell’amministrazione comunale, si può fondatamente ritenere che si tratti di una richiesta non ragionevole alla luce dell’eccessiva numerosità degli atti richiesti” e per tale ragione terminano affermando che “il ricorso è, pertanto, infondato e deve essere respinto”.

La Consigliera è libera di pensare che i giudici amministrativi hanno sbagliato, è una sua facoltà, ma in questo caso l’unico strumento che ha disposizione per dimostrarlo è fare ricorso al CGA. Cosa che non ha fatto. Quindi l’unica cosa che può fare adesso è tacere e accettare la sentenza del TAR.

Il problema però, a quanto pare, è che la Consigliera ha una difficoltà ad accettare le sentenze, i giudizi o le opinioni che la contraddicono, perché lei ha la presunzione di avere ragione a prescindere.

Ecco perché non le va bene quanto affermato dal TAR (stesso organo che le ha anche rigettato il ricorso contro la revoca delle sue deleghe assessoriali) e nemmeno quanto relazionato dai vari Collegi dei Revisori dei Conti che si sono susseguiti negli anni relativamente ai vari Bilanci di Previsione, quando affermano la correttezza dei residui attivi.

Quindi per la Della Gatta sbaglia il TAR, sbagliano i Revisori dei Conti, sbagliano i Dirigenti, sbagliano i Segretari Comunali.

L’unica che non sbaglia, ovviamente, è lei.

Come le è stato spiegato diverse volte, un Ente Pubblico non può di sua iniziativa dichiarare un credito estinto per avvenuta prescrizione, soprattutto se negli anni ha provveduto a sospendere i termini, solo per accontentare lei.

La prescrizione, infatti, è un istituto che deve far valere la persona interessata quando ne rileva i presupposti.

E dovrebbe saperlo benissimo anche lei per averlo vissuto in prima persona quando il Comune ha regolarizzato la concessione del Castello. La Consigliera Della Gatta, infatti, dimentica che l’Agenzia del Demanio per regolarizzare la concessione ha chiesto il pagamento anche dei canoni che erano andati in prescrizione e che è stato il Comune a far valere la prescrizione e, così, pagare solo i canoni non prescritti.

E la Della Gatta lo sa perché il Comune lo ha potuto fare?

Perché in quegli anni nessuno aveva intimato al Comune il pagamento e, quindi, mancavano gli atti interruttivi della prescrizione.

Nel caso dei canoni dell’acquedotto, invece, esistono gli atti interruttivi ed infatti diversi utenti stanno pagando il dovuto, anche chiedendo la rateazione.

Chiedere che il Comune cancellasse di sua iniziativa i residui attivi che la Consigliera Della Gatta (non la legge, si badi) ritiene prescritti, significherebbe punire quegli utenti che pagano regolarmente il dovuto, oltre a danneggiare i conti dell’Ente.

È questo che vuole la Della Gatta?

Un consigliere chiede al Comune di azzerare i residui attivi nonostante gli atti interruttivi?

Ci chiediamo il senso di ciò.

Ritengo poi gravi, anzi gravissime le allusioni nella parte in cui afferma: residui indicati tanto “COMODAMENTE ed OPPORTUNISTICAMENTE” nel documento contabile dall’amministrazione comunale, quel che è peggio con l’avallo dei Revisori”. Anche in questo caso, ne risponderà nelle sedi opportune.

Riguardo le affermazioni sulle Commissioni non sappiamo davvero cosa dirle.

Lo Statuto e il Regolamento affidano 3 consiglieri alla maggioranza e 2 alla minoranza. Se la Della Gatta non fa parte di alcuna commissione, forse sarà anche per la sua scarsa capacità ad interloquire con i colleghi della minoranza.

Sarebbe oltremodo bizzarro che la maggioranza imponesse alla minoranza i nomi dei consiglieri di propria competenza.

Tornando, come un disco rotto, alla presunta incompatibilità del consigliere Scaltriti e del Presidente Vallini, la Della Gatta ci ricorda l’ennesima débâcle che vanta in fatto di battaglie fomentate esclusivamente dal suo livore.

In quell’occasione, la Consigliera pubblicò addirittura le buste paga del Consigliere Scaltriti, che per questo la querelò per violazione della privacy.

L’intera vicenda, inoltre, è stata già oggetto di chiarimento anche grazie ad una nota firmata dall’allora responsabile del I Settore, Dott. Belvisi, che chiariva l’assenza della incompatibilità, tesi supportata anche da pareri dati da avvocati, pareri che, guarda caso, la Consigliera ha accuratamente evitato di citare.

E non dimentichiamo che sul punto si è già espresso anche l’organo competente: il Consiglio Comunale.

Se alla Consigliera Della Gatta non fosse andata bene quella deliberazione, avrebbe potuto benissimo impugnarla al TAR come previsto dalla Legge. Cosa che anche questa volta non ha fatto. Ci chiediamo come mai.

Sul conflitto di interessi, invece, è il caso di tornare con chiarezza, perché questo sì che è un argomento che la Consigliera Della Gatta conosce bene.

Per rinfrescarle la memoria sulle le varie ragioni per cui le sono state ritirate le deleghe, dobbiamo tornare indietro al 2019, proprio in occasione dell’organizzazione degli eventi estivi, tra cui il “Passitaly Sound Festival”.

All’epoca, la Giunta si espresse con un atto di indirizzo dell’allora assessora Della Gatta, affermando che bisognava organizzare tale evento, senza specificare quali e quanti artisti far esibire e in quali giorni doveva tenersi.

Alla fine, su indicazione dell’allora assessore, si scelsero tre artisti di una agenzia di spettacoli con sede a Roma e come si diceva all’inizio, si trattava della stessa agenzia per la quale aveva lavorato la Della Gatta.

La sera dell’ultimo concerto, come tutti ricorderanno, la Della Gatta annunciò sul palco che sarebbe andata in tournée a Cuba e negli Stati Uniti con l’artista che si era esibita quella stessa sera. Tournée organizzata dalla stessa agenzia di spettacoli, certamente non il giorno prima!

Riepilogando: l’allora assessore Della Gatta da una parte si impegnava per portare a casa i tre spettacoli per conto del Comune e dall’altra prendere accordi con la medesima agenzia per la tournée con uno degli artisti che si sarebbero esibiti a Pantelleria.

Dal punto di vista penale sarà l’Autorità giudiziaria ad esprimersi, ma dal punto di vista politico si tratta di un atto gravissimo, fatto anche all’insaputa della sua stessa maggioranza.

Deve far riflettere, inoltre, il fatto che quella stessa agenzia nel gennaio 2020 depositava il marchio “Passitaly Sound Festival”, che ora non può più essere usato liberamente dal Comune.

Piace evidenziare, in questa occasione, anche la faziosità di alcuni giornali.

Articoloni sul presunto conflitto d’interessi dell’assessore Gutterez (nessun atto firmato da quest’ultimo ed attività esclusivamente portata avanti dagli uffici) e sulle presunte incompatibilità del Presidente del Consiglio Vallini e del Consigliere Comunale Scaltriti (vile attacco per attività iniziate nella precedente legislatura ed a favore di persone socialmente svantaggiate) e nessun articolo sul conflitto d’interessi della Della Gatta per l’attività svolta durante il suo incarico di assessore e ampiamente trattato pubblicamente in Consiglio Comunale.

È evidente che alcune testate applichino due pesi e due misure e lo testimonia il fatto che abbiano pubblicato un comunicato pieno di diffamazioni e falsità, non solo non verificando i fatti imputati, ma nemmeno dissociandosene.

Ecco alcune delle più importanti ragioni per cui è stato chiesto alla Della Gatta di rassegnare le dimissioni. Dimissioni che non ha voluto mai firmare, perché era sicura di non poter essere rimossa dal Sindaco, in quanto la rimozione prevede la contemporanea nomina di un nuovo assessore e, secondo lei, non c’era nessuna donna sull’isola che avrebbe accettato di assumere l’incarico.

Purtroppo, però, aveva fatto male i conti, perché qualcuno fuori dall’isola invece ha accettato.

Ed è questo il motivo per cui nutre del risentimento personale verso il Sindaco e verso l’assessora che ha avuto l’ardire di accettare di sostituirla.

Risentimento personale che la spinge al livello così basso da lanciare solo insinuazioni di vile e squallido tenore, non degne nemmeno di commento.

Solo chi è privo di etica e morale può arrivare ad affermare che una donna può ottenere un incarico non per le sue qualità, ma solo “per ragioni di ‘estrema vicinanza’ del primo cittadino”.

Oltretutto con tali affermazioni vorrebbe forse sottintendere che l’unico motivo per cui lei è stata nominata all’epoca assessore era per “l’estrema vicinanza con l’allora organizer del Meetup del M5S Pantelleria” e non per le sue capacità?

La Consigliera Della Gatta, invece di impiegare il tempo in diffamazioni, calunnie ed improbabili ricorsi, facesse qualche proposta concreta per l’isola, visto che, tra l’altro, stiamo aspettando ancora qualche suo emendamento al bilancio “per il bene dei panteschi”.

Il compito di un Consigliere Comunale non è dileggiarsi in pettegolezzi e maldicenze, è lavorare per la comunità.

Evidentemente la Della Gatta questo non l’ha ancora capito.

Il Sindaco

Vincenzo Campo

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