lunedì, Maggio 6, 2024
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Cobas-Codir. Green pass obbligatorio? Chiediamo pari opportunità per i lavoratori meni abbienti

Ci troviamo a ormai poche ore dall’entrata in vigore della normativa che regolamenta l’obbligo del
green pass. L’obbligo di green pass è una scelta che spetta alle autorità politiche e scientifiche, ma ci
sono delle conseguenze che non possono essere ignorate e sulle quali sentiamo il forte bisogno di
fare sentire la nostra voce.

Sia chiaro, la scrivente Organizzazione Sindacale ha auspicato, sin dall’inizio di questo ultimo
biennio che ha costretto il mondo intero a cambiare il normale corso di vita, la massima adesione alla
campagna vaccinale ma – allo stesso tempo – non può non intervenire quando l’applicazione di una
norma incida fortemente e in maniera “spietata” sul potere d’acquisto dei lavoratori (regionali,
società partecipate, precariato) che prestano servizio presso tutte le Strutture Regionali.

Il sindacato non ha competenze né ruoli in campo scientifico e sanitario ma ha un compito ben
preciso: quello di evitare qualsiasi tipo di discriminazione nei luoghi di lavoro soprattutto se legato
allo stato di salute dei lavoratori. Ebbene, fermo restando che fare o non fare il vaccino è una libera
scelta, nel rispetto del dettame della nostra Costituzione, e il governo nazionale non ha ritenuto ci
fossero le condizioni per sospendere tale libertà, l’imposizione del green pass per accedere nei
luoghi di lavoro non può essere trasformata in un obbligo mascherato che penalizzerebbe coloro che
non sono nelle condizioni di potere sostenere il costo dei tamponi a pagamento per avere accesso sul
luogo di lavoro.

NON SI PUÒ PAGARE PER ANDARE A LAVORARE!
A nostro avviso l’imposizione della certificazione deve essere accompagnata da una serie di misure
che mettano qualsiasi lavoratore in grado di svolgere serenamente la propria attività per non subire
discriminazioni sulla base del proprio stato di salute.
Per consentire ciò occorrerebbe prevedere la diffusione gratuita dei tamponi eliminando
penalizzazioni di tipo economico per i lavoratori e mettendo tutti in condizione di rispettare le regole
senza limitazioni sulla libertà personale, seguendo l’esempio di quanto già previsto per altre
categorie di lavoratori.

A nostro avviso sarebbe necessario, attraverso il confronto con le parti sociali, stabilire anche regole
chiare e valide per tutti gli uffici sulle modalità di controllo della certificazione e sulle possibili
conseguenze in merito a salario e mansioni dei lavoratori. Incertezze su questo terreno aprirebbero,
infatti, il campo a una rischiosa discrezionalità da parte dei datori di lavoro che potrebbe facilmente
sfociare in inaccettabili comportamenti discriminatori tra un luogo di lavoro e l’altro.

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