lunedì, Dicembre 2, 2024
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Aggressione agenti nel Carcere di Augusta: Di Giacomo (S.PP.), O aspetttiamo il morto tra il personale penitenziario o consegniamo le chiavi ai detenuti

“Dopo quanto è accaduto nel carcere di Augusta con l’aggressione di tre agenti – solo il pronto intervento del personale di polizia penitenziaria ha evitato la rivolta dei detenuti e comunque conseguenze più gravi – non c’è alternativa: o aspettiamo il morto tra il personale di polizia penitenziaria oppure tanto vale consegnare le chiavi delle celle e dei padiglioni ai detenuti che volevano proprio questo”. È l’allarmante commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che aggiunge: “la situazione nelle carceri italiane ormai non è più sotto controllo di fronte ai continui comportamenti dello Stato che alza bandiera bianca. Quello di
Augusta purtroppo non è né un caso limite né tanto meno unico perché – spiega Di Giacomo – gli autori recidivi di aggressioni di agenti sanno di poter contare sull’impunità, al punto che solo in rare
situazioni sono trasferiti in altri istituti per aggredire altro personale che continua, impotente, a fare da bersaglio fisso. Per questo risollecitiamo la Ministra di Grazia e Giustizia ad interviene subito, con
misure e provvedimenti di urgenza per garantire la tutela degli “agenti per bene” come li definisce, oppure abbia l’onestà morale di farsi da parte ammettendo l’incapacità di gestione degli istituti
penitenziari che, prenda atto, sono finite nelle mani di delinquenti. Ripetiamo: le aggressioni e gli episodi di violenza sono triplicati a causa della delegittimazione del personale penitenziario dopo i fatti di Santa Maria Capua Vetere, dell’impossibilità a svolgere nelle carceri attività di contenimento se non si vuole essere spacciati per “torturatori”, delle promesse del Governo su scarcerazioni facili e detenzione da albergo a cinque stelle. Siamo di fronte all’evidenza che le azioni messe in campo dall’attuale Governo sono le più nefaste e nocive di tutti i tempi perché il Presidente Draghi è
sicuramente un eminente economista di caratura internazionale in grado di traghettare il Paese fuori dalla crisi provocata dalla pandemia e la Ministra Cartabia è un’ottima figura costituzionalista, ma entrambi non sanno e né capiscono assolutamente nulla delle carceri. E con il loro comportamento,
di fatto, hanno aggravato una situazione che la pandemia ha solo reso esplosiva. Dunque in mancanza di provvedimenti – dice Di Giacomo – non ci resta che consegnare le chiavi di istituti e celle
direttamente ai detenuti i quali, non appena verificheranno che le promesse su indulti, pene leggere e programmi di rieducazione non potranno essere mantenute, ritorneranno alla stagione delle rivolte
che abbiamo conosciuto e dovuto, da soli, fronteggiare sino al rischio della vita. Un rischio sempre più preoccupante e concreto”.

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