martedì, Marzo 19, 2024
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Vinitaly: crescita robusta post-Covid per vini e alcolici

Dopo il calo nel 2020 per la pandemia, nei primi sette mesi del 2021 è crescita robusta per il comparto del vino e degli alcolici, con un +14,5% del primo settore e un +23,2% degli ‘spirits’, con le aziende attente all’innovazione e al cambiamento della clientela. Lo attesta il rapporto “Vino e spirits” elaborato da Sace, Mediobanca e Ipsos, illustrato oggi a Verona nell’ambito del Vinitaly Special Edition.

Per i vini, il traino è dato dasi mercati extraeuopei, in particolare gli Usa; per gli alcolici si registrat il sorpasso del sidro sul vermouth. A livello regionale, la ripresa dell’export è ben diffusa, con tassi a doppia cifra nelle prime 5 regioni, capeggiate dal Veneto, che rappresenta da solo un terzo delle esportazioni totali, anche se cresce a un tasso inferiore a quello medio (+12% nei vini).

Dall’analisi del mercato emerge che la pandemia del 2020 ha consolidato alcune tendenze in atto. Protagoniste restano le cantine (+4,5%) spinte dall’online, in particolare (+74,9%) dai siti aziendali; crescono nuovi prodotti come il vino biologico (+10,1%), in particolare quelli vegani e naturali (il 2% del mercato). Le aziende, segnando un -3,9% nei fatturati, rappresentano il segmento più resiliente rispetto alle altre bevande. I patrimoni resistono, adottando misure non per proteggersi ma basi per la ripresa.

L’aumento dell’indebitamento non ha compromesso la stabilità patrimoniale, perché le imprese hanno potuto iscrivere rivalutazioni monetarie sugli asset intangibili. La tendenza è verso la crescita ad acquistare prodotti locali, con un aumento dell’attenzione online. Altre dinamiche riguardano la spinta alla naturalezza e l’attenzione al vino ‘bio’, in maggioranza delle donne residenti nei territori del Centrosud.

Le tendenze riscontrate al settembre 2021 indicano una spinta maggiore verso la convenienza rispetto alla qualità, per il 25% dei consumatori di vini fermi e il 31% degli spumanti. Il tasso di “infedeltà” riguarda il 65% dei consumatori per i fermi e il 72% per gli spumanti, segno che la voglia di cambiare è molto alta. 

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