venerdì, Aprile 19, 2024
HomePoliticaTrapani. Scalinata in fiore: la replica di Villabuona (PD) al sindaco Tranchida

Trapani. Scalinata in fiore: la replica di Villabuona (PD) al sindaco Tranchida

Gentile Sindaco di Trapani, eviterò di rivolgermi al compagno di Partito, perché hai ampiamente dimostrato in questi giorni la distanza siderale tra le tue posizioni e quelle delle Democratiche e dei Democratici e purtroppo non è la prima volta; come tu stesso hai ricordato è già successo sulle famiglie arcobaleno, ma in verità anche sull’immigrazione, quando hai addirittura ricevuto la solidarietà di Salvini, seppure dopo hai dovuto fare un grande passo indietro, ma cambiare idea è sempre segno di intelligenza. Il Partito Democratico, Sindaco, è quello dei deputati “nominati” che con Carola Rackete erano sulla Sea Watch, quello che grazie alla testardaggine del nostro deputato “nominato” ha smantellato i decreti sicurezza, che sempre grazie ai “nominati” ha introdotto le unioni civili in Italia ed è ancora quello che ha candidato il medico di Lampedusa che di voti ne ha presi tanti pur parlando di migranti e che all’Ars oggi combatte una battaglia per le donne, per la parità salariale e la doppia preferenza di genere e tanto altro ancora. Prendo atto che non rimuoverai le foto dalla pagina del Comune in virtù della tua carica elettiva che evidentemente ti mette su un piano superiore a tutti noi non eletti o peggio ancora “nominati”, in virtù però della legge elettorale nazionale, con la quale chi ha votato Partito Democratico ha eletto i suoi rappresentanti ed in quella occasione, purtroppo, tra i “nominati” non sei riuscito a rientrare tu, capita anche ai migliori di perdere qualche treno.La questione che ci occupa però, nonostante il tentativo di buttarla da una parte in caciara e dall’altra di spostarla sul piano morale, è politica e riguarda la laicità del Comune e la tua quando eserciti il ruolo di Sindaco, ma ancora di più riguarda un iscritto del Partito Democratico, secondo il quale un diritto come quello tutelato dalla 194 diventa un eccesso sul quale aprire una riflessione laica.Sono certa, da politico navigato quale sei, che sai benissimo che queste riflessioni vengono portate avanti da tempo nel nostro paese dalle destre e fomentate dal Movimento per la vita che ha provato con tentativi goffi, non ultimo quello di cui stiamo discutendo, a sollecitare la modifica della 194.Dispiace che a prestare il fianco a questi pensieri oscurantisti sia un iscritto al Partito Democratico e dispiace che non hai raccolto l’invito di Monsignor Fragnelli che ringrazio e che ci richiama ad utilizzare il tema dell’aborto come terreno di incontro e non di scontro e dispiace ancor di più che quelle parole siano più progressiste e di apertura delle tue. Ci tengo anche a sottolineare come Maltese e la sua associazione non hanno nulla di cui scusarsi per aver organizzato l’infiorata, mentre a scusarti dovresti essere tu, che nel vano tentativo di difenderti e di non ammettere di aver commesso un errore hai emesso, a più riprese, un giudizio morale sulle donne che hanno deciso di fare una scelta dolorosa, accusandole di usare con leggerezza la pratica dell’aborto. Noi donne, per fortuna insieme a tanti uomini, continueremo a parlare di libertà di scelta, eviteremo di emettere giudizi morali e lavoreremo affinché in tutti gli ospedali siciliani sia possibile praticare l’aborto. Non userò il termine “becero” come hai fatto tu, perché per cultura tutte le opinioni per me sono rispettabili, tuttavia, mi preme dirti che la critica non è mai lesa maestà, perché non viviamo nel Principato di Trapani, ma in un Comune della Repubblica Italiana. Concludo e non replichero’ più, permettendomi di darti un consiglio, a volte basterebbe scrivere “scusate, ci siamo capiti male, incontriamoci e parliamone”, perché scusarsi non è mai segno di debolezza Giacomo, ma di tolleranza, capacità di accogliere e volontà di ascoltare, tutti valori che fanno parte di quella cultura cattolica alla quale tu sembri tanto legato, ma che non può essere solo ostentata e mai professata nei gesti quotidiani. 

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