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“Castelluccio. Ambiente, commercio e simboli nella Sicilia Sud Orientale” una mostra al Museo Paolo Orsi di Siracusa

L’Assessore Samonà:

La mostra ci offre importanti chiavi di lettura sulla Sicilia preistorica”

Come si viveva in Sicilia nel XXI sec. a.C.? Quali erano le abitudini alimentari degli uomini che hanno abitato la Sicilia nella preistoria? Una interessante mostra in programma al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa dal 18 dicembre al 28 febbraio 2022si darà uno spaccato delle condizioni di vita del tempo grazie alle rivelazioni fornite dalle moderne analisi condotte negli ultimi anni sui reperti faunistici, gli studi sui carboni e sui residui organici sopravvissuti all’interno dei vasi che hanno permesso di ricostruire l’ambiente, la fauna e la metodologia di costruzione delle capanne.

Numerosi i reperti che saranno esposti, anche se il pezzo più interessante è un grande pithos, ricomposto da centinaia di frammenti dopo un accurato lavoro di restauro. Il vaso, proveniente proprio da Castelluccio, in origine, conteneva olio d’oliva, e rappresenta la testimonianza più antica in Sicilia e in Italia della coltivazione dell’ulivo.

Le scoperte archeologiche ci consegnano ogni giorno nuove rivelazioni sulla storia della nostra Isola – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali dell’Identità siciliana Alberto Samonà – soprattutto relativamente alle fasi più antiche. La mostra in fase di allestimento al Museo Paolo Orsi e che andrà ad inaugurarsi a giorni, offre un’opportunità preziosa di indagare su un periodo della nostra storia più antica che viene illustrata anche attraverso i numerosi e preziosi reperti esposti. Un impegno, quello del potenziamento della ricerca archeologica, sul quale siamo costantemente proiettati nella consapevolezza che le pagine della nostra storia sono il patrimonio più significativo che possediamo, sia in termini collegamenti con gli studiosi di tutto il mondo che di attrattività verso quanti ogni anno scelgono la Sicilia come meta delle loro vacanze”.

La mostra è un’occasione per presentare al grande pubblico reperti, finora inediti, provenienti sia dallo scavo dell’abitato effettuato da Giuseppe Voza tra il 1989 e il 1993, che da altri siti contemporanei della Sicilia e delle isole Eolie. Tra gli oggetti esposti anche alcuni pezzi concessi in prestito dal museo di Altamura e dall’isola di Malta, a testimonianza dei contatti extrainsulari intercorrenti tra la Sicilia, la Penisola e Malta in questa importante fase della Preistoria.

Dopo gli scavi nella necropoli effettuati da Paolo Orsi alla fine dell’Ottocento, il sito è risultato uno tra i più interessanti in Sicilia, tanto che Luigi Bernabò Brea diede il nome di “fase di Castelluccio” al periodo del Bronzo Antico siciliano, che datiamo tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C.

È da Castelluccio che provengono i famosi portelli tombali con motivi decorativi a bassorilievo interpretati come la stilizzazione dell’atto sessuale e, ancora, gli ossi a globuli, enigmatici oggetti dall’incerta funzione preziosamente decorati ad incisione, ritrovati anche in Grecia, a Troia, a Malta e in Puglia (questi ultimi due giungeranno a Siracusa per la prima volta in prestito temporaneo).

L’esposizione verrà arricchita con i reperti, recentemente restaurati, provenienti dall’abitato: ceramica decorata in nero su rosso e industria litica, ceramica di uso comune, testimoni della vita quotidiana di un insediamento preistorico siciliano.

“Vogliamo chiudere con questa mostra al museo “Paolo Orsi” – dice Carlo Staffile, direttore del parco archeologico di Siracusa – un anno di ripresa del settore culturale dopo la crisi dovuta alla pandemia. Sono certo che questa esposizione, frutto del lavoro di ricerca di un team internazionale di studiosi, italiani, tedeschi e statunitensi, coordinati da una archeologa del Parco, Anita Crispino, otterrà il favore non solo degli specialisti ma anche dei visitatori”.

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