venerdì, Marzo 29, 2024
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Di Giacomo (S.PP.): “violenze sessuali in carcere, solo una piccola parte è denunciata”

La brutale violenza sessuale contro un detenuto a Regina Coeli-Roma ha “scoperchiato” una
situazione che noi denunciamo da anni: sono decine e decine, ogni anno, i casi di violenze
sessuali, sopraffazioni, umiliazioni subite da compagni di cella. Forse solo l’1 per cento delle
violenze sessuali in carcere viene denunciato, per paura, vergogna, con i più deboli costretti
a pagare l’assenza di misure di tutela personale. È il commento di Aldo Di Giacomo,
segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria.
Ma – aggiunge – la situazione è più grave di quanto raccontano i giornali, per altro solo di
fronte ai pochissimi casi che vengono fuori. Le possibilità di chi si trova in carcere non sono
uguali per tutti, così chi ha più forza fisica, economica e mentale riesce a imporsi sugli altri.
Di conseguenza c’è chi scambia vino, medicine, anche oggetti personali, per sesso. Una
situazione che va di pari passo con l’aumento delle violenze sessuali, che non vengono
denunciate quasi mai, perché i detenuti hanno paura di continuare ad essere “prede” degli
altri carcerati e perché si temono altre ritorsioni.
Le conseguenze per i detenuti che subiscono la violenza – continua Di Giacomo – sono
devastanti specie a livello psichico sino a tentativi di suicidio e forme di autolesionismo. C’è
poi l’emergenza diffusione di malattie infettive come l’Hiv che già ha raggiunto livelli
allarmanti con alcune migliaia di detenuti (in gran parte tossicodipendenti) che risultano Hiv
positivi, a cui si aggiungono i portatori attivi del virus dell’epatite B ed altre malattie a
trasmissione virale.
Il nostro sindacato – aggiunge Di Giacomo – ha così a cuore questi temi e si è battuto per
un tavolo “sanità penitenziaria” al Ministero della Salute con funzionari ed esperti
per affrontare anche i rischi che si ripercuotono sul personale. Continuiamo a sostenere che
va urgentemente rivisto il cosiddetto sistema della “sorveglianza dinamica” che non
consente di attuare controlli adeguati e misure di prevenzione in particolare contro gli
stupri. È evidente che se fuori dal carcere stenta ad affermarsi la denuncia di violenze
sessuali nel carcere questa tendenza è ancora più negativa per una serie di motivazioni che
gli esperti hanno più volte indicato. Un fenomeno rispetto al quale l’Amministrazione
Penitenziaria volutamente non è in grado di fornire dati specie se si pensa allo “scambio di
sesso” di detenuti tossicodipendenti o alcolisti in cambio di psicofarmaci e alcol”.
La regione che sembra avere il numero più alto di violenze è la Campania con 20 casi
denunciati l’anno, seguita dalla Sicilia con 14.

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