giovedì, Aprile 25, 2024
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Palermo, Papireto: 100 firme su esposto su “Bugie di Musumeci”

Circa 100 cittadini, inclusi tanti commercianti e residenti della
zona, hanno sottoscritto l’esposto alla Procura della Repubblica sulle
vicende del canale Papireto e sulle responsabilità della Regione per
la mancata manutenzione che ha comportato la chiusura di via Papireto
e pericoli per la zona a valle del corso d’acqua nel centro storico.
L’esposto è stato depositato in Procura da Mariangela Di Gangi e
Massimo Castiglia.
Nell’esposto è riportato il dossier “le bugie di Musumeci” nel quale
si ricostruiscono le vicende che hanno portato al blocco del cantiere,
dopo che la Presidenza della Regione, per bocca del dirigente
dell’Autorità di Bacino, ha affermato che non esiste un fiume
denominato “Papireto”, rifiutando quindi di intervenire per risolvere
il problema degli allagamenti nel centro storico della città, in
particolare nel mandamento “Monte di Pietà”.

Per Mariangela Di Gangi, “con quella che potrebbe sembrare una
battuta, anche se di cattivo gusto, la Regione si rifiuta di adempiere
ai propri obblighi di legge, lasciando una parte importante del centro
storico in un cantiere immobile ed evitando di risolvere il problema.”
Anche se non avrebbe dovuto essere necessario dimostrare l’esistenza
del fiume Papireto, che come tale è citato in decine di documenti e
anche in delibere della Giunta e della Protezione civile regionale, i
firmatari dell’esposto hanno trasmesso alla Procura la copia della
Gazzetta Ufficiale dello Stato, nel quale è ovviamente indicato il
fiume Papireto fra le “acque pubbliche” della provincia di Palermo, ed
anche una sentenza del tribunale del 2015, che proprio per i danni
subiti da un commerciante per gli allagamenti in quella zona aveva
condannato la Regione al risarcimento per centinaia di migliaia di
euro.

Sui danni subiti dai commercianti con lo stallo del cantiere, è
intervenuto Massimo Castiglia, che ha ricordato che “la strada è
chiusa ormai da 6 mesi, ma mentre il Comune ha fatto la sua parte per
mettere in sicurezza la zona, la Regione si rifiuta di avviare i
lavori che sono di sua esclusiva competenza. I primi a pagare le
conseguenze di questo stallo sono i commercianti, già in difficoltà
per la pandemia, e i residenti della zona.”

“Il ricorso alla Magistratura – spiega infine Di Gangi – è un atto
estremo, ma di fronte al comportamento assurdo della Regione che
arriva a negare l’esistenza del fiume Papireto non ci resta che
confidare nel suo intervento per sbloccare la situazione.”

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