venerdì, Maggio 17, 2024
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Carceri. Nuovo suicidio a Termini Imerese, Di Giacomo (S.PP.): “Bene impedire l’uscita di mafiosi ma adesso si pensi alle categorie di detenuti più fragili”

“Il nuovo suicidio di un detenuto disabile (aveva una protesi) e con problemi di droga, nel
carcere di Termini Imerese, fa salire a 74 il numero complessivo di suicidi. Un conteggio
persino controverso secondo le varie fonti a riprova dell’esplosione dell’emergenza suicidi
non adeguatamente indagata. La strage silenziosa – è il terzo suicidio in tre giorni nelle
carceri siciliane su nove dall’inizio dell’anno solo nei penitenziari dell’isola – conferma che va
bene il decreto legge del Governo Meloni per non far uscire criminali (carcere ostativo) e
per intensificare la lotta alla mafia ma adesso si deve pensare a tutelare chi sta in carcere e
con problematiche particolari”. A sostenerlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato
Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che aggiunge “è sempre più alto tra le vittime il
numero di detenuti con problemi di droga o psichiatrici e di giovane età. Sono loro, insieme
agli extracomunitari, le categorie sociali più vulnerabili, oltre ai più giovani. Come il minore
salvato in extremis a Cagliari da agenti penitenziari che dall’inizio dell’anno hanno salvato
alcune decine di detenuti. La circolare del DAP e la task force istituita dal precedente
Ministro Cartabia si sono rilevati fallimentari ad intercettare il grave disagio, soprattutto
psicologico, diffuso in particolare tra queste categorie, trasferendo ogni responsabilità ai
Provveditori e ai direttori di istituto. Purtroppo è troppo facile – continua Di Giacomo –
procedere al classico ‘scarica barile’ delle responsabilità pur sapendo che né provveditori né
direttori dispongono di risorse umane (psichiatri, psicologi) e finanziarie, strumenti e
strutture per intervenire. Così come è troppo facile, come è accaduto sinora da parte del
DAP, invitare i provveditori a garantire una particolare attenzione alla formazione specifica
del personale, attraverso cicli di incontri a livello centrale e locale, destinati a tutti gli attori
del processo di presa in carico dei detenuti. Noi da tempo che abbiamo proposto
l’istituzione di Sportelli di sostegno psicologico, tanto più contando su almeno 3 mila
laureati in psicologia che nel nostro Paese non lavorano con continuità oltre all’assunzione
straordinaria di mediatori culturali, laureati in lingue anche africane.
La Premier Meloni – afferma Di Giacomo – ha inviato ieri un primo segnale di impegno sulle
problematiche del nostro sistema penitenziario. Si deve fare di più e meglio: questa strage
silenziosa deve finire con misure e azioni concreti”.

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