martedì, Marzo 19, 2024
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Violenza sulle donne, Albano: «Accordi con le imprese per assumere le vittime»

L’assessore alla Famiglia Nuccia Albano nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ha partecipato al corteo organizzato dal comune di Caccamo che si è concluso davanti alla stele in memoria di Roberta Siragusa, la diciassettenne che nel gennaio del 2021 fu uccisa dal fidanzato e gettata in un burrone. L’assessore, alla presenza dei genitori della vittima, del sindaco della cittadina nel palermitano Franco Fiore e delle autorità, ha posto un mazzo di fiori sul luogo dove venne ritrovato il cadavere. 

«Ci muoveremo concretamente su due direttrici, prevenzione e protezione delle vittime» – ha detto Albano, che ha anche annunciato l’installazione, nei prossimi giorni, di una panchina rossa nella sede dell’assessorato di via Trinacria, a Palermo.
 

«Le vittime – ha poi affermato nel corso di un incontro sul tema della violenza di genere – spesso rimangono sole, con la preoccupazione di denunciare e preferiscono tacere per paura. La Regione, oltre ad aumentare il numero delle case di accoglienza per le vittime e a intensificare, d’intesa con le forze dell’ordine, l’attività dei centri antiviolenza, intende promuovere accordi con le imprese per incentivare le assunzioni di chi ha subito violenza. Così facendo potremo restituire dignità a quelle donne, renderle autonome, libere dalle barbarie che avvengono tra le mura domestiche».

«Bisogna intensificare la presenza e la funzione dei servizi sociali nel territorio – ha aggiunto Albano. Il numero degli assistenti sociali nei distretti territoriali è insufficiente e abbiamo la possibilità di attingere ai finanziamenti dello Stato. Interverrò in sede di Conferenza Stato-Regioni affinché in tutta la Sicilia ci sia un rapporto adeguato, implementando nel territorio queste figure».

«Occorre destinare – ha concluso l’assessore – risorse adeguate alle scuole, affinché aumenti il numero di progetti e di attività orientati al raggiungimento di una maggiore consapevolezza della propria identità di genere, per promuovere una sana relazione e pianificare, pertanto, programmi regionali di intervento negli istituti, in particolare in quelli che ricadono nei territori più fragili».

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