mercoledì, Aprile 24, 2024
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Cani sotto le neve nel Parco dell’Etna: una trappola autorizzata

Denunciammo la situazione 1 anno fa e ogni anno è rischio sopravvivenza per decine di cani

LE  ISTITUZIONI NON SI GIRINO PIU’ DALL’ALTRA PARTE!

Ancora una volta le decine di cani detenuti confinati in un un simil rifugio nel parco dell’Etna sono per l’ennesima volta stati intrappolati sotto la neve in quanto il rifugio risultava fino ad oggi irraggiungibile.

E come ogni anno, l’Associazione “il borgo del cane onlus” di M.G. Messina che gestisce il rifugio ha chiesto aiuto per salvare i cani.Parliamo di una struttura che da anni accoglie cani e di cui avevamo segnalato il pericolo e l’abusivismo (nel parco dell’Etna) e chiesto lo sgombero al Sindaco di Zafferana Etnea un anno fa e la collocazione dei cani in strutture sicure, proprio per porre fine al pericolo cui sono esposti decine di cani, alle intemperie e detenuti con cucce non idonee; eseguite le indagini, che a quanto pare non hanno portato a nulla anzi la struttura (a tutti gli effetti un rifugio abusivo non autorizzato dal Sindaco e dunque in difetto delle licenze autorizzative previste dal DPR 320/54 e L.R. 15 del 2022 Regione Sicilia) sarebbe stata oggetto del rilascio del “nulla osta” da parte del Dr Privitera della ASP di Catania.

Fatto anomalo in quanto il “nulla osta” si rilascia (ai sensi del D.A. 2164/2017) esclusivamente a chi detiene più di 10 cani di proprietà e qui parliamo di cani provenienti dalla strada e addirittura provenienti da altri Comuni come quello di Cerami (EN). Probabilmente parliamo dei cani che E.O. dell’ ENPA e una nota localmente “animalista” I.F. prelevarono si ignora a che titolo presso un privato. La stessa gestrice del rifugio de qua sarebbe delegata ENPA nominata nel 2020.Al raggiungimento della struttura da parte di mezzi della protezione civile e altri enti, i cani sono stati liberati dalla neve e uno sarebbe stato rinvenuto morto.La situazione attuale è dunque la stessa da anni, dove l’animalismo si esprime ancora una volta fuori dalle leggi ossia sostituendosi alla Pubblica Amministrazione allestendo strutture abusive – ignorando i cani nei canili e le adozioni –  e sollevando i Sindaci dal proprio ruolo di lotta al randagismo previsto per legge e dove una miriade di Associazioni locali – anch’esse estranee alle incombenze di legge (come gestire rifugi autorizzati e quindi in sicurezza, entrare nei canili per fare adozioni e denunciare le irregolarità, concorrere con Sindaci a progetti di prevenzione al randagismo, ecc..) – si occupano delle emergenze ossia delle conseguenze del problema che nessuno intende risolvere e, infatti, anziché pensare a come 

impedire che i cani dell’Etna restino esposti a pericolo favorendo la bonifica del luogo postano appelli di sostegno e allarmismo.Denunciamo quindi l’inerzia delle istituzioni locali che da anni ignorano l’esistenza di rifugi abusivi che, come tali, non rispettando i requisiti di sicurezza strutturale e geologica, rappresentano non un luogo di accoglienza dei cani randagi ma dei disastri annunciati, e non solo nel parco dell’Etna, mettendo puntualmente a rischio la vita di molti cani. Rifugi che, come in questo caso, non solo fanno comodo ai Sindaci ma diventano altresì fonti di reddito con, ad esempio, migliaia di post FB di continue richieste di aiuto e denaro versato in Postepay personali..Lunedì depositeremo ulteriore istanza al Sindaco di Zafferana Etnea e alla Procura della Repubblica per impedire che, in nome di un dubbio volontariato e certamente un volontariato sbagliato ovvero interessato al problema ma non alla soluzione, decine di cani restino ancora ostaggio delle inadempienze istituzionali e miopie “animaliste” alla prossima nevicata o altro evento atmosferico.

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