Nel pomeriggio di oggi, a Palermo, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Giudice per le indagini Preliminari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per il reato di omicidio, aggravato dal metodo e dalle modalità mafiose.
L’operazione costituisce l’esito di una lunga indagine, incardinata in una più ampia e articolata manovra investigativa, focalizzata sul mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, che ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario in capo all’autore dell’omicidio di Giuseppe DI GIACOMO, ai vertici di quel mandamento mafioso, avvenuto il 12 marzo 2014.
Grazie all’importante dispositivo di contrasto a cosa nostra di cui si è dotato il Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, nonché al ricorso sistematico alle più sofisticate tecnologie di captazione, è stato possibile acquisire precise e concordanti risultanze in merito alle responsabilità penali dell’odierno arrestato in merito alla commissione del ciato fatto di sangue.
L’indagine, condotta sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario, che dovrà comunque trovare in seguito conferma nel corso dell’iter processuale, relativamente al grave reato ipotizzato in capo all’indagato. In sintesi, le investigazioni hanno permesso di:
– individuare precise responsabilità penali a carico di un soggetto, per il quale sono emersi gravi indizi in ordine alla sua intraneità al mandamento mafioso di Porta Nuova, già destinatario nel 2014 del fermo di indiziato di delitto nell’ambito dell’operazione “Iago”, condotta da questo Reparto ed eseguita proprio in virtù delle problematiche sorte a seguito dell’omicidio di Di Giacomo Giuseppe: la necessità del fermo, infatti, scaturì anche dalla volontà di vendetta espressa nei confronti dell’odierno arrestato;
– ricostruire, grazie alla complessa piattaforma di indagini tecniche, il movente che portò all’omicidio dell’allora reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova, individuabile nelle frizioni che nacquero nell’associazione per la leadership mafiosa;
– mettere a sistema le diversificate e plurime acquisizioni investigative con le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, creando un complesso di evidenze investigative chiare e concordanti tra di loro.
È doveroso rilevare che l’odierno destinatario della misura cautelare è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente, e che la sua posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.