Manca ormai pochissimo al momento più intenso della vita religiosa della comunità marsalese, la Santa Pasqua, accompagnata come ormai avviene da tempi antichissimi da riti che si ripetono puntualmente, richiamando per le vie cittadine una folla di devoti.
Tra questi, profondamente sentita e sempre molto partecipata è la Processione del Venerdì Santo, dedicata alla Madonna Addolorata. Organizzata dalla Confraternita dell’Addolorata, la processione è l’espressione più plateale di un legame particolarmente intenso tra la città di Marsala e la Madonna Addolorata.
Ne abbiamo parlato con Don Nicola Altaserse, da pochi mesi Rettore del Santuario della Madonna Addolorata.

Don Nicola, il culto della Madonna Addolorata è particolarmente sentito nella città di Marsala. Lo dimostra anche il richiamo che ha, ogni anno, la Processione del Venerdì Santo. Che legame c’è fra la Madonna Addolorata e i marsalesi?
È un legame di figliolanza. Come un figlio è legato alla madre, così i marsalesi sono legati alla Beata Vergine Maria Addolorata. È un fatto identitario. C’è un’attrazione verso questo Santuario. Molti non riescono a passare davanti a questo Santuario senza fermarsi un attimo per un saluto alla Madonna. C’è chi ringrazia per quanto ha ottenuto e chi le affida i propri cari, il proprio lavoro o qualsiasi aspetto della propria vita, chi viene a chiedere l’intercessione della Vergine Maria. Il Santuario inoltre è un punto di riferimento anche per chiunque senta la necessità di riconciliarsi con Dio, per chi ha bisogno di un consiglio o di un sostegno.
Questo legame è vivo durante tutto l’anno?
È un legame sempre vivo e viscerale che viene alimentato in ogni giorno dell’anno. C’è chi partecipa alla Santa Messa e chi si ferma solo per una preghiera. Ci sono poi dei momenti, come quello che ci apprestiamo a vivere, che sono particolarmente intensi per la vita della comunità. I Venerdì dell’Addolorata, ad esempio, richiamano sempre tanti fedeli. C’è gente che arriva anche da lontano. Alcuni hanno fatto voto per ottenere una grazia, arrivando a piedi in Santuario anche da contrade piuttosto lontane; diversi fedeli giungendo in Chiesa percorrono la navata centrale in ginocchio.
Che rapporto hanno i giovani con questo Santuario?
Durante le celebrazioni domenicali noto la presenza di famiglie e di giovani. Questo è un aspetto che mi riempie di gioia. Stiamo cercando di coinvolgere i giovani anche nelle attività della Confraternita. Proprio in questi giorni, tre giovani sono entrati nella Confraternita come aspiranti.
Come vi state preparando alla processione del Venerdì Santo?
Per me è un momento molto particolare perché è il primo anno che vivo la Settimana Santa nel ruolo di Rettore di questo Santuario ma è vissuto con intensità da tutta la cittadinanza che si raduna attorno al simulacro della Madonna. Il Santuario si avvale del prezioso contributo della Confraternita dell’Addolorata che, attraverso il suo direttivo, lavora alacremente all’organizzazione della Processione. È una Confraternita molto attiva e devota che si spende per divulgare la devozione alla Madonna Addolorata. Ormai è quasi tutto pronto. Come sempre, abbiamo coinvolto anche le Parrocchie e le altre Confraternite e le associazioni religiose che pertanto parteciperanno alla Processione del Venerdì Santo. È un segno di comunione tra le varie comunità. Come detto prima, la Madonna è come la mamma unisce e attira a sé i propri figli. Il desiderio più grande di ogni madre è vedere i figli uniti. Ognuno di noi dunque deve dare il proprio contributo affinché ci sia sempre questa unione, a immagine della Santissima Trinità.

Quali sono gli appuntamenti dei prossimi giorni?
La Domenica delle Palme ci sarà “A scinnuta”. Subito dopo la celebrazione, il simulacro verrà sceso dalla nicchia dove risiede di consueto per prepararsi poi ad incontrare la comunità. È l’unico periodo dell’anno, oltre al 15 settembre, in cui questo accade. È un momento di forte devozione nei confronti di Maria. Nel pomeriggio poi ci sarà la vestizione del simulacro. Si tratta di un rito antico e molto sentito ma che è sempre stato vissuto come un momento d’intimità e di spiritualità, da custodire. Per questo motivo, non è aperto al pubblico.




Qual è il suo augurio alla cittadinanza per questa Pasqua?
Auguro a tutti di vivere una Santa Pasqua, di lasciarsi illuminare dalla luce della Resurrezione di cui Maria è stata la prima testimone. Nonostante provasse dolore per la perdita del figlio, Maria non ha perso la sua fiducia in Dio. Nelle difficoltà della vita che viviamo, dobbiamo cercare di essere come Maria, di non arrenderci, di cercare quella luce che il Signore ci invia. Auguro a tutti di essere pieni di speranza e di fede, fiduciosi in Dio Padre che si prende cura di ognuno di noi.