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Ance Sicilia: Regione chiede integrazione Alta velocità Palermo-Catania-Messina

“Questa non è neppure Alta Capacità”: il governo regionale chiede al 
ministro Salvini di integrare il progetto della Palermo-Catania-Messina.
Aricò: “La prossima settimana in Giunta la norma di recepimento del 
nuovo Codice degli appalti”.
Fognature e depuratori, scaduta la terna commissariale: a rischio i 
cantieri in corso e 16 gare in Sicilia per 250 milioni, mentre l’Italia 
paga all’Ue una multa di 106mila euro al giorno

Palermo, 22 maggio 2023 –“Non è Alta Velocità, ma questa non è neanche 
Alta Capacità. Non tutta la linea Palermo-Catania-Messina, infatti, è 
percorribile a 200 km/h. Il governo regionale ha chiesto al ministro 
delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di integrare il progetto affinché 
la Sicilia abbia almeno un’intera Alta Capacità che aiuti i siciliani a 
uscire dall’isolamento e a raggiungere il più velocemente possibile il 
Ponte sullo Stretto e il resto d’Italia”. Lo ha detto l’assessore 
regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, intervenendo presso la 
sede di Ance Sicilia ad un confronto con il dirigente generale del 
Dipartimento regionale Tecnico, i capi dei Geni civili, i capi degli 
uffici tecnici comunali, imprenditori e professionisti, sulla riforma 
del Codice degli appalti.
Aricò ha spiegato: “Quando ci siamo insediati, abbiamo guardato il 
progetto della Palermo-Catania-Messina approvato in precedenza, e ci 
siamo accorti che in alcuni tratti non verrà verrà realizzata una doppia 
nuova linea con struttura adeguata alla velocità superiore, ma solo una 
nuova linea adeguata accanto a quella preesistente che verrà 
ristrutturata, ma che non potrà reggere queste sollecitazioni. Quindi in 
questi tratti i treni andranno più lentamente. Poi ci siamo accorti – ha 
proseguito – che le sagome delle gallerie attuali consentiranno una 
velocità massima di 120 km/h. In ogni galleria, quindi, si impiegheranno 
in media 4 minuti in più, per un totale di 40 minuti in più sull’intera 
linea. Abbiamo fatto presente al ministro Salvini, che ha condiviso la 
nostra posizione, che spendendo per le gallerie appena alcune centinaia 
di milioni in più su un totale di 11,5 miliardi che si stanno spendendo, 
si risparmierebbero 40 minuti di viaggio. Arrivare a Catania in 80 
minuti è sempre meglio di 120”.
“Abbiamo accolto con favore la richiesta di Ance Sicilia al ministro 
Raffaele Fitto – ha detto poi Aricò – di assegnare alla Sicilia 10 
miliardi per le infrastrutture strategiche. E’, infatti, anche la 
richiesta del governo regionale per completare il lavoro fin qui 
realizzato con la Palermo-Catania-Messina e con la riesumazione del 
Ponte sullo Stretto. Infatti, perché tutto ciò abbia un senso, al Ponte 
bisogna arrivarci velocemente e da tutta l’Isola”.
Rispetto, quindi, alla necessità di recepire in Sicilia entro il 
prossimo 30 giugno la Riforma degli appalti che entrerà in vigore l’1 
luglio, pena il vuoto normativo in materia nell’Isola, Aricò ha 
annunciato: “Abbiamo già preparato, con il Dipartimento regionale 
Tecnico, il testo di legge di recepimento del Nuovo Codice degli 
appalti. La prossima settimana, avuto il parere della Ragioneria 
generale, lo porteremo in Giunta, quindi incontreremo le associazioni di 
categoria e i sindacati per un confronto sul merito che, spero, ci aiuti 
ad ottenere un testo migliore di quello varato da altre Regioni, il 
tutto prima di trasmetterlo all’Ars”.
“Ricorrendo all’Autonomia statutaria – ha anticipato l’assessore – , 
abbiamo previsto un testo che si incastra con quello nazionale inserendo 
alcune modifiche migliorative. Ad esempio, vi anticipo che gli Urega 
coesisteranno con la Centrale unica di committenza, cambieranno solo 
nome, da Uffici regionali gare a Uffici regionali di committenza. Sugli 
Urega siamo stati antesignani nel 2006, siamo stati i primi in Italia ad 
istituire quella che poi è diventata la Centrale unica di committenza 
per gli appalti, hanno funzionato bene e intendiamo salvaguardare 
esperienze e know-how”.
Per un problema che sembra avviarsi a soluzione, se ne presenta uno 
nuovo. A margine del convegno, si è riunita, sempre presso la sede di 
Ance Sicilia a Palermo, la Commissione referente Opere pubbliche 
dell’Ance nazionale, presieduta dal vicepresidente nazionale Luigi 
Schiavo, che, nell’esaminare i vari aspetti legati al nuovo Codice degli 
appalti, si è soffermata anche sul fatto che lo scorso 10 maggio è 
scaduto il mandato triennale della terna che gestisce la Struttura del 
Commissario unico per la depurazione, che sta attuando circa 100 
interventi per un costo di oltre 3 miliardi di euro, di cui 67 in 
Sicilia per oltre 2 miliardi di euro di investimenti.
Adesso, come ha evidenziato la Commissione, il fatto che non si sia 
ancora formalizzata la nomina di una nuova terna, mediante decreto del 
presidente del Consiglio dei ministri su proposta dei ministri 
dell’Ambiente e del Sud, mette a rischio la prosecuzione dei numerosi 
cantieri in corso, ma anche l’avvio delle nuove gare che erano in 
procinto di essere pubblicate, ciò a causa della mancata nomina del 
nuovo Commissario. Con l’aggravante, ha aggiunto la Commissione, che se 
gli avvisi non saranno pubblicati entro il 30 giugno, l’entrata in 
vigore del nuovo Codice degli appalti renderà obbligatorio l’adeguamento 
di tutti i documenti di gara alle nuove norme. In pratica, si dovrebbe 
rifare daccapo l’intero iter.
Per questo motivo, la Commissione e Ance Sicilia chiedono al governo 
nazionale di nominare al più presto la nuova terna commissariale. In 
Sicilia questa situazione mette a rischio ben 16 gare per un valore di 
oltre 250 milioni. Tutto questo mentre l’Italia è sottoposta a procedure 
di infrazione dell’Ue, per lo più a causa della carenza di depurazione 
proprio in Sicilia, per le quali paga ogni giorno a Bruxelles una multa 
di 106mila euro al giorno.

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