“Esprimo grandissima soddisfazione per la norma, contenuta nel provvedimento sulla Giustizia, con cui si chiarisce una volta per tutte che il limite d’età dei 65 anni per i giudici popolari nei collegi giudicanti va inteso rispetto al momento della nomina e non a quello della sentenza.”
Lo scrive in una nota la senatrice di “Sud Chiama Nord” e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Dafne Musolino.
“A Febbraio – prosegue – nel Question Time in Senato avevo chiesto al Ministro una norma di interpretazione autentica, citando i casi delle corti d’Assise di Palermo e Messina che, a causa dei sopraggiunti limiti d’età al momento della sentenza di un giudice popolare, avevano annullato due sentenze di condanna per fatti di mafia e per un caso di contagio volontario da AIDS.
Si trattava di un vero e proprio vulnus del nostro sistema giudiziario, con il rischio di annullamento per numerosi altri processi. In quella sede, il Ministro aveva annunciato la volontà di innalzare il limite d’età oltre i 65 anni. Con il provvedimento si è scelta la strada più efficace: attraverso l’interpretazione autentica della norma in vigore, il discorso dell’età dei giudici non sarà più un elemento in grado di mettere a repentaglio processi e sentenze.”
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