Onorevole Figuccia la riforma delle province e la prospettiva di senso della politica.
Wow, Riforma e Senso della Politica, due parole che odorano di democrazia.
E Le riforme sono quelle di cui abbiamo sete nel nostro paese.
Buona riforma è quella del codice degli appalti che è stato emanato con decreto legge dal governo nazionale e che si sta votando in questi giorni in assemblea regionale con il DDL di recepimento.
Buona riforma è quella del nuovo codice della strada fortemente voluto da Salvini, per salvare vite umane.
Una buona riforma potrebbe riguardare i permessi di soggiorno, gli sbarchi (oggi tema più attuale che mai visto l’aumento considerevole, stiamo parlando addirittura di 6.000 persone in 24 ore metodi con i quali si sta dichiarando guerra all’Italia.
Certamente svuotare di funzioni gli organi provinciali come ha fatto la sinistra in Italia con la legge Delrio e in Sicilia Crocetta, non è riforma.
Abbandonare non è riforma, creare commissariamento non è riforma, tagliare il trasporto in ambito provinciale incluso quello per il trasporto dei disabili nelle scuole non è riforma.
Distruggere la rete e l’edilizia scolastica non è riforma.
Mettere un cartello stradale con divieto di transito in una strada crollata di collegamento tra Polizzi Generosa e Scillato e tra Mussomeli e Caltanissetta non è riforma…
La riforma come stipendificio?
Ma io vorrei chiedere i risparmi dove sono? Al posto dei rappresentanti del popolo il regime di sinistra ha voluto nominare i suoi tecnocrati, burocrati che non si assumono responsabilità. Non bastavano le direttive europee e le posizioni ideologiche dettate da Bruxelles che uccidono le nostre marinerie, che vogliono le auto elettriche, che vogliono il cibo sintetico nelle nostre tavole. Da 9 anni anche quelli che dovevano essere i presidi di maggiore prossimità al cittadino sono diventati nemici e distanti grazie a Delrio.
Il risparmio di 130 milioni annunciato da Crocetta non si intravede nemmeno da lontano, l’unica cosa che si è verificata è la riduzione dei servizi nel vuoto dei processi decisionali amministrativi.
Il gap dei mancati interventi negli ultimi 10 anni nei luoghi gestiti dalle province ha provocato notevoli disagi su tutti i territori.
E’ vero il gap dei mancati interventi negli ultimi 10 anni, nei luoghi gestiti dalle province ha provocato notevoli disagi su tutti i territori.
I comuni sono stati lasciati soli ed è venuto meno l’importante lavoro di raccordo tra le regioni e i comuni stessi. Oggi per appaltare il rifacimento di una strada provinciale ci vogliono anni.
In questi giorni stanno aprendo le scuole e a breve i ragazzi e gli insegnanti delle scuole superiori torneranno a denunciare l’assenza di riscaldamento. Settimana scorsa sono stato all’ufficio tecnico della provincia perché nel territorio madonita ci sono un gruppo di aziende agricole che sono rimaste isolate dal crollo di un ponte di collegamento tra due strade… questo non è più tollerabile.
La sfida ora è trovare la copertura economica.
Noi riteniamo che il governo alla fine di un confronto anche serrato troverà le coperture economiche.
Molti economisti si sono ricreduti, la mancata manutenzione ordinaria determina la necessità di interventi straordinari che costano 10 volte di più.
Dove hanno preso le regioni ricche del nord est produttivo i soldi per fare porti, aeroporti, strade e infrastrutture negli anni passati? Fondi comunitari, oggi c’è anche il PNRR. Si chiama capacità di utilizzare i soldi che spesso facciamo andare via. Noi vogliamo servizi che funzionano. Non mancano i soldi serve saperli utilizzare bene. Tagliamo gli sprechi dei furbetti e creiamo lavoro vero a partire dai cantieri. Sa quanta economia si genera?
La Sicilia corre a Roma come stanno le cose, la Delrio non è stata ancora abrogata?
La legge 56/2014 sembra, allo stato attuale delle cose, non accontentare nessuno: da un lato, pare aver tolto alle province qualcosa che la Costituzione attribuisce loro (rappresentatività della comunità, funzioni proprie, centralità nel governo dell’area vasta) e dall’altro, nonostante la chiara spinta verso l’introduzione dell’ente metropolitano, sembra privare queste della rappresentatività proprio il soggetto – il Sindaco metropolitano – che maggiormente dovrebbe rappresentare la popolazione della Città metropolitana.
Certo il rischio di demagogia è sempre dietro l’angolo, in questo momento tutti vorrebbero le elezioni dirette ma non tutti hanno il coraggio di difendere, sempre in modo coerente, le proprie idee. Noi lo abbiamo fatto nel 2014 quando entrò in vigore la legge Delrio e non arretreremo adesso.
Rapporto con i 5 stelle?
I cinque stelle come in molte delle loro battaglie vedi reddito di cittadinanza e bonus 110%, anche dell’abolizione delle province ne hanno fatto un cavallo di battaglia gridando alla spending review. Però tutti sappiamo come sono andate a finire queste battaglie, si sono sciolte come neve al sole sotto lo sbandieramento del becero populismo. Ora però leggendo le loro dichiarazione sembrano aver ritrovato la via di Damasco e a quanto pare la riforma piace anche a loro, almeno in Sicilia. Mi piacerebbe capire se ciò è un vero ravvedimento oppure è un saltare sul carro dei vincitori perché visto che anche loro, ormai, smesse le vesti di Movimento e diventando Partito a tutti gli effetti, si stanno facendo ingolosire dalla competizione elettorale e da tutto quello che ne consegue.
Ma anche il Pd si schiera a favore.
Molti insomma non hanno le idee chiare o almeno le cambiano spesso. Io dico loro: non lasciatevi trascinare dal vento, anche perché non c’è vento a favore per la barca che non sa dove andare. Noi invece se permettete, con coraggio la rotta siamo abituati a tracciarla.