martedì, Dicembre 10, 2024
HomeNewsAgrigento porta del Mediterraneo, il prefetto: “Mediatori culturali essenziali per piena integrazione”

Agrigento porta del Mediterraneo, il prefetto: “Mediatori culturali essenziali per piena integrazione”

Da una terra di frontiera come Agrigento, porta del Mediterraneo, parte un messaggio chiaro: sempre più in futuro serviranno professionisti capaci di creare ponti tra culture, sia come supporto indispensabile alle istituzioni che come tassello per una società più aperta, multietnica, inclusiva. 

Il convegno svoltosi ieri sera al museo “Griffo” dalla Scuola di Studi superiori “Agorà Mundi”, che promuove nella Città dei Templi ormai da alcuni anni il primo corso di laurea triennale L 12 per la formazione di mediatori culturali ha rilanciato la centralità di una figura che è molto di più di un semplice interprete. 

“Quella del Mediatore è una professione, anzi una missione a volte – ha detto il prefetto di Agrigento Filippo Romano durante i suoi saluti istituzionali – che si pone oggi come centrale nella gestione del fenomeno migratorio. Infatti, non si tratta solo di tradurre da un’altra lingua, ma ben di più. Si tratta di entrare dentro il dettaglio della provenienza, nella storia di un popolo. Sono competenze che si maturano solo con grande cultura e maturando una specifica sensibilità e hanno lo scopo non solo di garantire piena integrazione, ma anche di tutela della sicurezza e della dignità della persona.

“Viviamo in una società che è multiculturale già nei fatti da molto tempo – ha detto nel suo intervento il procuratore aggiunto Salvatore Vella -. In una realtà come questa servono professionisti che siano capaci di cucire strappi tra culture diverse e che siano capaci di far diventare le differenze culturali, religiose, etniche una ricchezza, portando avanti il dialogo.  Credo che il mediatore diventerà una figura sempre più importante, non solo nel contrasto della criminalità o nella gestione dell’emergenza”.

“In una società in cui esplodono conflitti, in un mondo che è sempre più in cammino, è indispensabile trovare figure capaci di lavorare nell’emergenza ma capaci di costruire ponti ma anche processi di reale inclusione – dice la docente di Mediazione culturale Paola Savona La Sala -. I nostri studenti, anche con esperienze pratiche in molte istituzioni e stage in altri paesi, apprendono la capacità di comprendere identità diverse, in una prospettiva in cui i muri non saranno l’obiettivo delle nuove comunità”.

“Oggi – ha concluso il professor Marcello Saija, direttore del corso di laurea –  abbiamo mostrato come ad Agrigento esista un corso di eccellenza che fornisce anche un corredo professionale e culturale straordinario. Abbiamo ascoltato le testimonianze di nostri studenti che oggi lavorano nelle carceri, alla Procura, nelle scuole, ma anche negli alberghi. Sono tante le istituzioni che si rivolgono alla figura del mediatore culturale e saranno sempre di più in futuro. Le iscrizioni al primo anno del nostro corso sono aperte fino al 30 novembre”.

Articoli Correlati
- Advertisment -

ULTIME NEWS