martedì, Dicembre 3, 2024
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Sinalp aderisce alla rete in difesa degli allevatori siciliani e campani

Il Sinalp Sicilia è stato invitato dagli Allevatori Siciliani e Campani che stanno conducendo una battaglia per la loro stessa sopravvivenza seriamente minacciata da leggi Europee, e purtroppo anche Nazionali, ad aderire alla loro protesta .

La Delegazione Sinalp Sicilia composta dal Segretario Regionale Dr. Andrea Monteleone, dal Responsabile Regionale del CAA Sinalp Andrea Tomarchio con i colleghi Alfio Tomaselli ed il delegato CAA Sinalp dei Nebrodi Dr. Giacomo Fascetto   ha dato il pieno appoggio a lottare per difendere il loro diritto al lavoro ed ha aderito alla RETE “Salviamo l’Allevamento ed i Territori”.          

Dall’incontro che si è avuto a San Teodoro (ME), alla presenza di un notevole numero di allevatori e dei Sindaci di San Teodoro, Acquedolci, Cesarò e San Fratello, è emerso che l’Europa, questa Europa dei banchieri e delle multinazionali, vuole distruggere l’Agroalimentare Italiano e quindi del Sud e della Sicilia. 

Pur riconoscendo che la più alta presenza di biodiversità faunistica rispetto all’intera Europa è concentrata in Italia ed in particolar modo al Sud ed in Sicilia che da sola vanta il 37% della biodiversità Nazionale.

Nel 2019 l’Italia era riuscita a far dichiarare dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità, i tradizionali sistemi di allevamento praticati nel Sud ed in Sicilia. 

Sistemi che rispettano la vita degli animali ed il loro benessere fisico, anche nell’interesse dei consumatori.

Questa vittoria aveva illuso gli agricoltori siciliani che si erano convinti di poter continuare ad allevare le proprie mandrie non rinchiudendole in stalle ed il gabbie per come prevede il sistema di allevamento intensivo praticato dalle grandi aziende  del nord italia ed in europa. 

L’allevamento “territoriale” permette agli allevatori sia di ovini che bovini o cavalli, di far muovere le proprie mandrie attraverso il territorio Siciliano trasferendole dalle alture alle pianure a secondo delle stagioni e delle condizioni climatiche.

Questo antichissimo sistema di allevamento permette di avere animali, non stressati dal dover vivere in batterie con strette gabbie che ne mortificano finanche l’anima, non bombardati da anabolizzanti e veleni vari, con una tonicità muscolare che ne migliora certamente la qualità della carne e del latte, e per ultimo questo sistema di allevamento del bestiame permette un maggior controllo del territorio che grazie al pascolo all’aperto, lo protegge da incendi e dalla sua desertificazione.

Ma l’Europa stà puntando tutto su allevamenti stanziali, con animali rinchiusi in batterie dentro le stalle senza che possano mai vedere un solo raggio di sole e dover ammettere che il Sud Italia e la Sicilia sono leader di un sistema di allevamento “naturale”, rispettoso degli animali, attento a proteggere la natura che li circonda, salvaguardandola anche dagli incendi, diventa sempre più difficile per la Comunità Europea.

Da circa 30 anni gli allevatori denunciano i fallimentari Piani di Eradicazione della Brc e della Tbc.

Questi Piani invece di eliminare le due malattie, stanno distruggendo l’allevamento tradizionale e di prossimità a favore di quello intensivo, uccidendo migliaia di capi e senza alcuna prospettiva di crescita degli allevamenti.

Questi Piani hanno generato un enorme spreco di denaro pubblico con la chiusura, solo in Sicilia, di circa 400 allevamenti su 1200 aziende e la conseguenziale perdita di circa 5.000 posti di lavoro compreso l’indotto.

Da tempo il Responsabile CAA del Sinalp Sicilia, Andrea Tomarchio, chiede di conoscere il numero degli animali abbattuti con la scusa che erano infetti di Brc o Tbc, informazione necessaria per capire realmente di quanto sono diffuse in Sicilia queste due malattie e se sia stata accertata la loro reale presenza, dove e con quali modalità siano stati avviati a macello, in quanti focolai siano stati isolati i batteri di BRC e di TBC, quale sia stata la curva della prevalenza della BRC e della TBC, ecc..

Il Sinalp Sicilia chiede al Governo Regionale di intervenire in difesa del nostro sistema di allevamento, proteggendolo dagli ormai sfacciati attacchi dell’Europa, visto che lo Stato Italiano sembrerebbe “leggermente” disinteressato del problema.

Chiede di mettere fine allo scandalo che da trent’anni pesa sulla campagne siciliane: quello dei fallimentari Piani di Eradicazione della Brucellosi e della TBC per cui sono stati macellati centinaia di migliaia di animali senza che si siano risolti i problemi, sprecando enormi risorse di denaro pubblico, gonfiando apparati pubblici, e distruggendo un intero patrimonio ambientale e produttivo.

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