giovedì, Dicembre 12, 2024
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Dissesto idrogeologico, ingegneri siciliani insieme per la salvaguardia della pubblica incolumità

Agrigento, Convegno Scientifico per mitigare i rischi

ATTENZIONE ALTA SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO 
«INGEGNERI SICILIANI RIUNITI PER STUDIARE LE PIÙ INNOVATIVE TECNICHE DI PREVENZIONE»

Proprio nel giorno in cui la giunta Schifani annuncia interventi per 61 milioni, con 24 opere di consolidamento e la messa in sicurezza di intere porzioni del territorio; proprio nel giorno in cui dalla Regione Siciliana arriva una direttiva per la salvaguardia del territorio – che stabilisce le azioni di previsione, prevenzione e protezione nel contrasto al dissesto idrogeologico – ad Agrigento, nelle aule del consorzio universitario, ingegneri ed esperti di geotecnica si confrontano sulla situazione attuale dell’Isola e sulle tecniche più innovative per costruire una rete di difesa del suolo. Dai versanti agli argini dei fiumi, passando per le fasce costiere e per tutti quei fenomeni di erosione che stanno compromettendo la resilienza del territorio siciliano. 

È noto a tutti: le criticità ci sono e vanno affrontate con urgenza.

L’evento – organizzato da Ordine Ingegneri di Agrigento e da Consulta degli Ordini Ingegneri di Sicilia, con il patrocinio del CNI e dell’Ecua, in collaborazione con Maccaferri – che ha visto collegati online oltre 250 professionisti siciliani, ha messo a nudo la Sicilia e tutte quelle zone oggi considerate a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera. Un convegno scientifico, cui hanno preso parte Anci Sicilia, Geologi regionali e il Collegio dei Geometri e l’Ordine degli Agronomi e Forestali della provincia di Agrigento, nella consapevolezza che il “rischio idrogeologico” va analizzato e calmierato attraverso una task force che vede in campo molteplici competenze.

«In Italia il 94% dei Comuni è a rischio – ha sottolineato il presidente degli ingegneri di Agrigento Achille Furioso – i ricercatori avvertono: “Non limitatevi a definirlo maltempo”. Nel nostro Paese il numero di frane sul territorio nazionale cresce con una media di mille eventi l’anno. Questa situazione non è solo legata ai cambiamenti climatici, ma è il risultato di una combinazione di criticità che spesso sfociano in pericolose inondazioni dopo mesi di siccità. In Sicilia – hanno sottolineato i ricercatori – 320mila siciliani sono esposti al rischio. Duemila chilometri quadrati – circa il 7% del territorio – è soggetto a frane e alluvioni: lo certifica il rapporto dell’Ispra del 2021. E la situazione nel resto del mondo non è affatto migliore – ha continuato Furioso – secondo i dati del 2021, sono stati registrati 432 eventi catastrofici legati a fenomeni naturali a livello globale. Secondo un recente rapporto pubblicato dal Centre for Research on the Epidemiology of Disasters,  il 2021 si è contraddistinto per un aumento del numero di eventi catastrofici, molto superiore alla media del precedente ventennio. L’evento di oggi si collega a quello che organizzeremo venerdì prossimo, 3 novembre, nella settimana che gli ingegneri della provincia di Agrigento, assieme alla Consulta, hanno voluto dedicare alla prevenzione del rischio idrogeologico». 

«Questi incontri hanno una duplice valenza – ha continuato Fabio Corvo, presidente della Consulta degli Ingegneri di Sicilia – da un lato, servono ad aggiornare e informare su temi di assoluta rilevanza; dall’altro, mirano a creare coesione, affiatamento e condivisione tra i professionisti. Ringrazio tutti i partecipanti: eventi come questi servono ad alimentare il senso di appartenenza degli ingegneri siciliani alla Consulta regionale. Ci mettiamo a disposizione della Regione per poter insieme intervenire con efficacia, dando il nostro contributo per la salvaguardia della pubblica incolumità».

I lavori sono stati moderati da Roberto Mistretta, consigliere e presidente della “Commissione strutture e geotecnica” dell’Ordine agrigentino, e hanno visto la presenza dei sindaci dei Comuni del territorio. «Sono necessari metodi di prevenzione e controllo – ha concluso Corvo – e soprattutto l’uso della tecnologia per monitorare i fenomeni climatici e trasferire con tempestività i segnali d’allerta».

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