venerdì, Dicembre 13, 2024
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Shuma: una favola umana che ci sfida a riflettere

 Il 31 ottobre spettacolo di beneficenza al Teatro Garibaldi di Modica
Un viaggio nell’umanità, una rappresentazione che ci sfida a riflettere su temi cruciali della nostra società. La storia del mare, degli immigrati e della dignità umana, portata in scena con maestria da Peppe Macauda, il quale incanta il pubblico con il suo talento narrativo ed espressivo. E’ lo spettacolo “Shuma”, ospitato dalla Fondazione Teatro Garibaldi di Modica il 31 ottobre alle ore 21, straordinaria rappresentazione tratta dal testo “Shuma Tragliabissi” di Dario Muratore ispirato a una storia vera, quella del giovane maliano tra i protagonisti del tragico naufragio del 18 aprile 2015, portando con sé una pagella cucita all’interno della giacca. Ma “Shuma” non è solo un racconto teatrale: è un’esperienza che sfida il nostro pensiero e ci spinge a riflettere su temi umani e universali. Il disegno delle luci di Simone Fini e le affascinanti illustrazioni di Bruna Fornaro, che ci immergono nelle profondità del mare, fanno sì che questa rappresentazione vada oltre la normale esperienza teatrale. Si tratta di uno spettacolo di beneficenza promosso grazie alla fattiva collaborazione tra tre club service: il Rotary Club Pozzallo-Ispica, il Lions Club Modica e l’Inner Wheel Ragusa Contea di Modica, che insieme sostengono questa rappresentazione teatrale, prodotta da Santi Briganti, i cui proventi andranno a finanziare iniziative importanti in favore dei migranti. Lo spettacolo ha tra l’altro il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per la sua rilevanza e il suo messaggio di solidarietà.
“Shuma” racconta la storia del giovane Shuma, un bambino che, insieme a un cavalluccio marino curioso e affettuoso, intraprende un viaggio emozionante e spesso travagliato. Lungo il percorso, Shuma si imbatte in sorveglianti spietati, richiamando il mito di Colapesce, che continua a sostenere le colonne della Sicilia. Questa avventura interiore ci costringe a riflettere su come ridare dignità a chi è morto e rimasto senza nome, un destino che condivide con migliaia di altre vite perse che cercavano solo una vita migliore. Ciò che rende “Shuma” davvero speciale è la sua capacità di combinare la lingua italiana e il dialetto siciliano in un equilibrio delicato, creando un’esperienza che sfida costantemente il pubblico a riflettere su realtà e fantasia, tradizione e innovazione, e dove l’antica tecnica del “cuntu” si fonde con una narrazione teatrale estremamente contemporanea. Il pubblico rimane incantato dalle illustrazioni suggestive e catturato dalle parole e dai movimenti di Peppe Macauda, che interpreta con maestria tutti i personaggi, dalle paure di Shuma all’allegria del cavalluccio marino e al mistero del mito di Colapesce. Il mondo è ancora oggi diviso da frontiere e barriere e “Shuma” ci invita a riconsiderare ciò che ci unisce come esseri umani e ad abbracciare la nostra comune umanità.

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