“Misure per garantire prezzi sostenibili, la Cooperazione via d’uscita per essere più forti”, il caso della Latteria Tredici.
“Confcooperative Sicilia comprende e condivide il diffuso malessere degli agricoltori e dei produttori del settore lattierio-caseario dell’isola”.
I vertici regionali, con in testa il presidente Gaetano Mancini, esprimono in maniera inequivocabile la posizione della Confederazione su una vicenda ben lontana dal potersi considerare purtroppo risolta.
La protesta dei trattori, conseguenza della drammaticità del contesto in cui agricoltori e allevatori sono costretti a barcamenarsi, tra sempre maggiori difficoltà, non è da archiviare come un episodio. I problemi da risolvere,al netto dei piccoli passi avanti compiuti dopo l’avvio di una battaglia che è europea ma che presenta nel territorio caratteristiche proprie, rimangono di estrema gravità e urgenza.
“In questa vicenda- fa notare il delegato per questioni agricole, Alessandro Chiarelli – sono certamente mancate le istituzioni, è mancata la politica, nella convinzione-evidentemente errata- di aver già fatto tutto il necessario a Bruxelles”.
Confcooperative Sicilia chiede, a nome delle migliaia di cooperative che rappresenta, con i loro soci, le famiglie , la storia delle imprese e delle persone che le compongono, chiede azioni concrete, risposte certe e immediate.
Confcooperative Sicilia dice certamente “si” alla Cooperazione Internazionale purché inserita in un contesto in cui ai produttori venga garantito un prezzo sostenibile, che vuol dire spesso la stessa possibilità di continuare a lavorare.
Questo vale per i cereali (provenienti dall’Ucraina ma non solo) ma allo stesso modo per il settore lattiero-caseario.
Il punto di partenza da cui non si può prescindere è un sistema di controlli capillari e reali sui prodotti che arrivano dall’estero. Finché il prezzo lo farà la banchina, i produttori siciliani saranno ancora mortificati da un sistema in cui il controllo a campione non garantisce assolutamente nulla.
Indispensabili azioni concrete che possano eliminare, dunque, alcuni legacci imposti dall’Unione Europea.
“Il latte che arriva a bordo di articolati -fa notare Chiarelli- senza la trasparenza che rivendichiamodiventa automaticamente latte italiano. Non lo è, ma lo “diventa””.
La pratica dell’acquisto delle cagliate già pronto non è un mistero per nessuno e non lo è nemmeno il fatto che arrechi un profondo danno al prodotto italiano, alla sua qualità e al suo reale valore.
Proprio sulla garanzia del suo riconoscimento occorre immediatamente intervenire, non più con ipotetiche intenzioni, ma con i fatti.
Richieste, dunque, rilanciate con forza ma anche una valida proposta.
“Ci permettiamo di indicare agli agricoltori – il suggerimento dei vertici di Confcooperative Sicilia – una strada che può aiutare a risolvere in parte il problema segnalato.La cooperazione può dare forza e, come sperimentato in alcune realtà, può essere lo strumento per arrivare ad un prezzo congruo” .
Per citare un caso concreto basta osservare quanto accaduto tra le province di Trapani e Palermo con la Latteria Tredici, società cooperativa aderente a Confcooperative. Una trentina di produttori singoli si sono uniti, diventando coopeeratori ed hanno avocato a sé la raccolta e la commercializzazione del latte ovino. In questo modo, essendo diventati, insieme, una forza, stanno facendo la differenza e, parlando in cifre, hanno portato il costo del latte ad 1,40 euro al litro. Un risultato raggiunto in meno di un anno. Il caso della Latteria Tredici può diventare un modello da ricalcare perché ha dimostrato di essere vincente, come l’acquisto solidale, che consente acquisti a prezzi altrimenti impensabili”.