domenica, Ottobre 6, 2024
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Congresso regionale della Federazione dei Medici Territoriali-FMT

SICILIA, DIFENDERE LA SANITÀ PUBBLICA DALL’INVASIVITÀ DEI PRIVATI. SI PUNTI SUL VALORE DEI MEDICI: MENO BUROCRAZIA PIÙ TEMPO PER I PAZIENTI. PIÙ RISORSE E TUTELE PER I PROFESSIONISTI. PIÙ PERSONALE E MODERNIZZAZIONE PER GLI AMBULATORI  

 A PALERMO IL PRIMO CONGRESSO REGIONALE FMT (FEDERAZIONE MEDICI TERRITORIALI: SEGRETARIO REGIONALE MARCO ALISE, PRESIDENTE, ROSA MARIA PETIX

Con un pacchetto di proposte per difendere la sanità pubblica siciliana, per la tutela dei cittadini, per la valorizzazione dei medici, si è aperto a Palermo il I Congresso regionale della Federazione dei Medici Territoriali-FMT, la nuova sigla sindacale dei medici di medicina generale (di famiglia, di guardia medica, del 118, e dei servizi) nata dalla convergenza tra Fismu, Simet, Sumai e UIL medici e UMI, già rappresentativa a livello nazionale e firmataria dell’ultimo accordo di lavoro del camici bianchi del settore. Anche a livello regionale FMT è tra i sindacati con più affiliati. L’assise si è chiusa con l’elezione dei nuovi gruppi dirigenti di FMT: Segretario regionale, Marco Alise, Presidente regionale Rosa Maria Petix, Vice segretario regionale Antonio Dolce, Vice presidente regionale Rosalba Muratori (nelle due foto in allegato un momento del congresso e Marco Alise, il neo segretario regionale).

Il Congresso è stato aperto dal dirigente generale dell’assessorato regionale alla salute, Salvatore Iacolino, quindi Rosalba Muratori, presidente regionale di Fismu, ha presentato il nuovo soggetto sindacale, e introdotto il tema della “salute circolare”, chiedendo a gran voce che questo principio del prendersi cura del paziente in tutta sua complessità, sia il volano per modernizzare i servizi sanitari sul territorio e in rete per la continuità assistenziale, con ospedali, emergenza-urgenza e specialistica ambulatoriale.  

Tutti spunti che sono poi stati alla base della tavola rotonda, moderata dalla giornalista Federica Virgae dove sono intervenuti: Francesco Paolo Carollo (F.I.S.M.U.), Maurilio Cortese (SIMET), Domenico Montalto (SUMAI), Antonio Dolce (UIL), Rosario Platania (UMI).

Il filo comune di tutti i relatori è stato quello di inquadrare il ruolo di FMT nella difesa della sanità pubblica e la tutela dei cittadini; di prevedere un forte impegno per valorizzare i medici di medicina e del territorio. E, soprattutto in Sicilia, da sempre fanalino di coda per qualità dell’offerta dei servizi sanitari in Italia, urge fare un fronte unitario, medici e cittadini, per ottenere risorse adeguate. Quindi, mettere in sicurezza i professionisti dal fenomeno crescente delle aggressioni e avviare politiche di defiscalizzazione e incentivi per la gestione degli ambulatori, e di sostegno con personale (segretarie e infermieri) adeguato. Forte la preoccupazione per il funzionamento delle future Case di Comunità, che a detta di tutti, rischiano di diventare delle “cattedrali nel deserto”, dei contenitori vuoti e non funzionali per i pazienti.

Quindi il neo eletto segretario regionale FMT, Marco Alise, anche facendo riferimento all’annosa questione della carenza di medici, che ormai si importano dall’estero, ha indicato alcune criticità per i giovani medici che si affacciano alla professione, “il nodo della formazione e il fatto che la medicina di famiglia non sia ancora una specializzazione a pieno titolo – ha spiegato – come avviene nel resto d’Europa. Come può essere attrattivo per un neo laureato – ha sottolineato – scegliere di fare il medico di medicina generale o del 118, con la situazione attuale, senza tutele adeguate”, quindi ha anche fatto cenno al suo nuovo impegno come segretario regionale: “Innanzitutto mi sento di ringraziare chi ha creduto in me, ho una responsabilità molto importante e devo dire che se da una parte ne sono preoccupato per il carico di lavoro che mi aspetta, dall’altra ne sono orgoglioso. Bisogna ripartire dai giovani, ma ho la necessità di essere affiancato dallo zoccolo duro della vecchia guardia che ho sempre ammirato e che in questo momento hanno affidato a me il futuro del sindacato”. Quindi, un appello alla categoria: “Ai colleghi assicuro  che  come medico di medicina generale il mio principale obiettivo è migliorare la nostra condizione lavorativa. Vi prometto che daremo battaglia nei tavoli trattanti”.

A seguire è stato presentato dal dottor Salvo Calì il Centro Studi di Fismu, “Giulio Alfredo Maccacaro”: un ulteriore strumento di lettura e di analisi della società a disposizione di Fismu e quindi nel nuovo sindacato FMT. 

A conclusione dei lavori l’intervento del segretario nazionale FMT, Francesco Esposito che ha ripreso tutte le questioni poste nella tavola rotonda e negli interventi della mattina, e li ha collegati alla firma del recente accordo nazionale di lavoro: “Abbiamo finalmente firmato un accordo (firmato da tutti i sindacati) per chiudere una lunga stagione di ritardi, di vacanza contrattuale per i medici del settore e per recuperare gli arretrati. Ora si apre la nuova stagione di trattative, superata la fase difensiva, siamo pronti a rilanciare per una riforma vera della medicina del territorio e ospedaliera. La prima e la seconda sono due facce della stessa medaglia. Il tema di fondo chiaramente è quello degli stanziamenti economici a livello nazionale, così come in Sicilia. E da questa regione ribadisco: serve una alleanza unitaria dei medici anche con il comparto, ma anche di tutte le forze politiche, sindacali e della società civile che hanno a cuore i diritti dei cittadini per dire no al regionalismo differenziato”. 

“Due gli assi su cui lavorare per la nuova convenzione -ha aggiunto – centralità del paziente e governo clinico dei medici, con l’obiettivo di ottenere prossimità, continuità assistenziale h24 anche attraverso l’attivazione delle centrali uniche, capillarità, più ospedali di eccellenza, più territorio con strutture intermedie e più cure domiciliari”.

“Infine – ha ribadito – due proposte per la professione medica. La prima: chiudere la stagione che ha visto una giungla di contratti e convenzioni che regolano la categoria e spesso la impoveriscono; si punti tutto, in prospettiva, sul Contratto unico dei medici italiani, ospedalieri e del territorio; ma nell’immediato si applichi il paradigma contrattuale della specialistica ambulatoriale che già comprende un forte carattere libero professionale, compenetrandolo tuttavia con alcune caratteristiche del lavoro dipendente (a partire dalle tutele come le ferie, la maternità, la malattia…).

La seconda: la riduzione del carico burocratico anche attraverso una revisione delle note AIFA e della decertificazione dei primi tre giorni di malattia”.

Un ulteriore pensiero, sempre sul piano delle garanzie, è rivolto al 118: “Si deve risolvere – ha concluso Esposito – con urgenza il nodo irrisolto del mancato passaggio alla dipendenza di molti medici convenzionati del 118: si facciano dopo tre anni di attività nel 118 concorsi per dare la possibilità di passare a dipendenza”.

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