venerdì, Ottobre 4, 2024
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Noi albergatori Siracusa: «Mano spendacciona al Parco archeologico»

«Spesso si è portati a trasformare un indizio in precipizio. E ciò che istintivamente viene da pensare in merito alla vicenda che coinvolge l’attuale governance del Parco archeologico di Siracusa.

Si parla, in attesa di prove, di talune maldestre attività “paperinesche”, sparpagliate su improvvisazione e inconcludenza in merito a consulenze, incarichi e spettacoli affidati dal direttore del Parco, Carmelo Bennardo, alla cerchia di stretti amici, loro coniugi e sostenitori. A cominciare dalla nomina a direttore artistico del cantautore Lello Analfino, figura – fra l’altro – non prevista in nessun Parco archeologico italiano: senza traccia in trasparenza del provvedimento di nomina. 

E poi: cosa c’entra un cantante con tale ruolo? Non bastava il già direttore architetto?  E poi: quale ruolo gioca Azzurra Guglielmino, moglie di Analfino, a cui è stato affidato un dispendioso contratto di consulenza? 

E poi: per quale motivo Bennardo, appena arrivato, sostituisce, con autonoma audacia, il logo del Museo archeologico identificato nel Cavallino del Fusco, con la Gorgone, di cui si sconosce il compenso corrisposto al grafico Simone Boni, dedito al designer mercantile?  

E poi ancora: qual è il motivo dell’esclusione dei membri del Cts da codeste deliberazioni? Perché Bennardo non si è avvalso del consulto del qualificato organismo di governo del Parco e del Museo archeologico, i cui componenti sono stati convocati due sole volte, di cui una per l’approvazione del bilancio? 

Pare che, dall’inizio dell’anno, il Parco Archeologico, in un clima di euforia, abbia corrisposto, tra consulenze, spese di rimborso, incarichi vari, spezzettati, oltre 140 mila euro di denaro dei contribuenti; accortamente al limite della soglia di spesa consentiti in autonomia di euro 140 mila. 

Nel mentre il Museo Paolo Orsi, da molto tempo, rimane coperto di polvere, con moquette sporca e insetti morti, che invadono i corridoi del museo. Uno spettacolo non certo edificante per il nostro prestigioso museo, visitato annualmente da quasi 50 mila turisti. 

Non spetta a noi valutare se Bennardo abbia agito nel limite del suo mandato, oppure un po’ come gli pare; sarà lui a darne conto. Osserviamo, tuttavia, che, fra le deliberazioni del direttore del Parco, si evidenzia, inoltre, la previsione di spesa di circa 1,2 milioni di euro per traslocare gli spettacoli di musica dal vivo dal Teatro Greco all’Ara di Ierone su un area di 7.000 mq. I lavori prevedono la copertura della vasca sacra, posta al centro, (a tale riguardo i perbenisti tacciono), dove sarà costruito un palco di oltre 200 mq, dotato di tribuna stretta lunga di 60 metri, con servizi annessi: diserbo, bagni, illuminazione, ecc. 

Un fuori misura. E qui sorge un’altra domanda spontanea: se gli spettacoli canori non andavano bene al Teatro Greco, di cui si attende ancora una credibile diagnosi di come va tutelato, perché contaminare un’altra area archeologica, quale l’Ara di Ierone, altrettanto importante, deputata a proporre perdipiù spettacoli a “costo popolare”? 

Tenuto conto che l’orientamento per il futuro sarà di negare il Teatro Greco all’esibizione di famosi cantanti internazionali, e la tendenza sarà invece quella di ospitare spettacoli popolari: non sarebbe stato meglio utilizzare lo stadio comunale oppure costruire in maniera permanente una tribuna all’interno del quartiere della Mazzarona e/o della Pizzuta? 

È stato, ormai, ufficializzato che in settembre, le gradinate del Teatro Greco saranno ancora coperte dal dannato legname che rovina (senza prove) Il kòilon del Teatro per ospitare i ministri dell’Agricoltura facenti parte del G7, i quali assisteranno allo spettacolo di Peparini.

Di tale iniziativa non possiamo che plaudire perché Siracusa, attraverso la magica cornice del Teatro Greco, sarà al centro della grande attrazione mondiale. Ma allora: che bisogno c’era di sperperare i soldi dei contribuenti per costruire la tribuna all’Ara di Ierone? Non sarebbe stato meglio continuare a ospitare gli spettacoli canori al Teatro Greco, facendo esibire unicamente gli artisti della canzone più bravi nel mondo? 

Vogliamo ricordare che lo scorso anno gli apprezzati concerti hanno apportato all’economia della città oltre quattro milioni di euro, tra soggiorni in hotel, spese per ristorante, bar, ecc.. Mentre quest’anno, se andrà bene, a parte l’esibizione di Peparini, sarà un toccare e fuggire degli spettatori, i quali lasceranno la città: sporca, incasinata nel traffico e senza alcun profitto per Siracusa».

Giuseppe Rosano – Presidente Noi Albergatori Siracusa

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