martedì, Marzo 19, 2024
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Enna: agente di polizia penitenziaria aggredito in carcere

“Sembra davvero non fermarsi più la scia di aggressioni che il personale di Polizia Penitenziaria della Sicilia è costretto a subìre a causa di una Amministrazione assente e vuota di contenuto”, denuncia Calogero Navarra, segretario per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dando notizia dell’ultimo grave evento critico accaduto ieri nella Casa circondariale di Enna. “Vile aggressione, ieri mattina ai danni, di un Assistente capo coordinatore della Polizia da parte di un detenuto straniero con problemi psichiatrici nella casa Circondariale Luigi Bodenza di Enna. Il detenuto ha approfittato nel momento in cui è stato aperto per andare all’aria colpendo al volto, senza motivazioni, il collega. Il detenuto era stato più volte segnalato per l’osservazione psichiatrica in una struttura specializzata ma senza nessun riscontro”.

Navarra denuncia che “il SAPPE, il primo sindacato di Polizia Penitenziaria, ancora una volta evidenzia l’inefficienza di questa Amministrazione Penitenziaria, che sta mandando i propri uomini al macello. Non passa giorno in cui i poliziotti in servizio nel distretto siciliano non siano vittime di episodi violenti da parte dei ristretti”, aggiunge. “Tutto ciò è sconcertante, soprattutto per l’inerzia e la mancanza di provvedimenti da parte degli organi preposti dell’Amministrazione Penitenziaria. Non sono più rinviabili azioni risolutive che pongano fine a tali azioni violente. Quanto può resistere ancora il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Regione Sicila, in emergenza ormai ogni giorno? E quando si decideranno i nostri Uffici ministeriali a prendere provvedimenti”.

EPer Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “la situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.

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