In principio fu Piero Grasso. Ma lui, ex magistrato e attuale presidente del senato, rifiutò. Ufficialmente per motivi di “doveri istituzionali”che, a suo dire, gli impongono di svolgere il suo ruolo di presidente del senato appunto, anche se, come lui stesso ci ha tenuto a precisare, il suo impegno e il suo amore per la Sicilia non smetteranno di esprimersi in ogni forma e in ogni sede anche nazionale. Dunque il PD, in affanno nel trovare un candidato che unisse tutti, che fosse super partes, che fosse in grado di amalgamare le varie correnti interne e derive solitarie, con il rifiuto inatteso di Grasso, si è rimesso a cercare un nuovo nome. E pensa che ti ripensa, dal pentolone è uscito un nuovo nome, Caterina Chinnici, cognome che rappresenta l’antimafia, la legalità, un cognome così forte da avere le potenzialità per unire tutti all’interno del PD. In questa altalena, il più corteggiato di tutti resta lui, l’inossidabile ago della bilancia Angelino Alfano. Tutti lo vogliono, a cominciare dai renziani. A Roma infatti il numero due di Renzi, Lorenzo Guerini ha incontrato Alfano per trovare con lui un accordo per le politiche del 2018 e per le regionali di novembre. Alfano ha parlato con Guerini, Maurizio Martina e Graziano Delrio. Ma anche Forza Italia non lo molla. Gianfranco Miccichè, forte anche del sostegno di alcuni alfaniani che vorrebbero l’accordo con il centrodestra, fra cui Francesco Cascio a Palermo e Giuseppe Castiglione a Catania. Certo l’accordo con i Dem garantirebbe ad Alfano l’elezione di un buon numero di senatori, cosa che l’ accordo con Berlusconi non garantisce. Cascio, in accordo con Simona Vicari, vorrebbe costruire una grande coalizione che metta insieme centristi, PD e Forza italia. Dal canto suo, Miccichè oggi, insieme a Gaetano Armao, vedrà Berlusconi per parlare di una lista autonomista per le regionali. Armao non disdegnerebbe una sua possibile candidatura a governatore. Nello Musmeci,intanto, forte di un accordo con il movimento “Noi con Salvini” e “Fratelli d’ Italia” della Meloni, non corteggia Alfano. Nel gioco delle parti, se Alfano dovesse accordarsi con il PD, Berlusconi potrebbe appoggiare Musmeci. Il balletto è ancora aperto e le sedie vacanti sono ancora troppe.