La Calcestruzzi Belice di Montevago, un tempo di proprietà di Rosario Cascio condannato per mafia a cui avevano avevano sequestrato i beni, adesso, grazie alla mobilitazione e il presidio degli undici operai, è tornata alla sua attività. Gli operai avevano ricevuto una lettera di licenziamento un anno fa e da allora si erano mossi per impedire che questo avvenisse. La sentenza di fallimento del tribunale di Sciacca è stata ribaltata in appello e per gli undici si è aperto uno spiraglio. La ditta aveva un debito di 30 mila euro con l’ENI e questo aveva fatto sì che fosse dichiarata fallita.
L’azienda sequestrata e poi confiscata è passata sotto la competenza dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Il giro d’ affari attualmente è di 70 mila euro al mese ma al speranza è che si incrementi il lavoro anche trasformando l’azienda in una cooperativa gestita dagli operai.