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Intervista a Letizia Arcara: “I tempi della disabilità non coincidono con i tempi della politica”

Di Seguito una breve intervista rilasciata dal Conigliere Comunale Letizia Arcara, nella quale racconta le proprie proposte sul tema della disabilità. 

Cosa pensa in merito all’esito del Consiglio Comunale aperto del 3 Dicembre ? 

C’è stata una assenza che definisco clamorosa da parte delle famiglie dei disabili e delle associazioni. Attribuisco comunque il tutto forse ad una superficiale comunicazione della iniziativa presa dal Consiglio Comunale su mia proposta e votata all’unanimità. Presumibilmente cercheremo la prossima volta di ovviare a questo inconveniente, probabilmente non c’è stata la giusta comunicazione. Ma per fare seguito al mio intendimento, e cioè che quella giornata non debba essere una giornata di ricordo e semplice riferimento alla disabilità, ho sposato e condiviso lo slogan “un giorno all’anno tutto l’anno” e sulla base di questo ho già predisposto alcune mozioni, due delle quali sono già state depositate e protocollate qualche giorno fa. Relative l’una alla necessità che dal regolamento di esistenza economica venga estrapolata la disciplina relativa alla disabilità, che dovrà diventare oggetto di un regolamento a parte, e soprattutto alla volontà di istituire la figura del garante dei diritti dei disabili che dovrà occuparsi di questa problematica 24 ore su 24, perché i tempi della disabilità non coincidono con i tempi della politica. Queste due mozioni sono già state depositate. 

Adesso ha altre proposte in cantiere ? 

In data sei Dicembre 2018 ho già predisposto altre mozioni che sono al protocollo. Intanto una iniziativa che potrebbe apparire meramente formale ma che in realtà sostanzia l’impegno di questa Città verso un tema così delicato, per il quale occorre che si faccia un salto di qualità, cioè aderire alla Convenzione dei diritti delle Nazioni Unite.

Cominciamo con la prima cosa, ovvero la verifica periodica dei contrassegni disabili e del loro utilizzo. Seconda cosa, l’esenzione tassa TARI per le comunità che hanno disabili. Terza cosa, predisporre una quota della tassa di soggiorno per il turismo accessibile. Quarta cosa, progetti di residenzialità. Ovvero, laddove il comune possegga aree o beni, questi trasformarli in comunità-alloggio per disabili. 

Durante la seduta di Consiglio del 3 Dicembre ha anche trattato il tema della legge n.112 del 2016, la c.d. legge “Dopo di noi”. Quali sono le sue idee a tal proposito ? 

La legge n.112 del 2016 proposta dal PD , che penso sia poco compresa e poco letta,  è da me considerata una legge rivoluzionaria poiché impegna a cambiare il nostro approccio al tema della disabilità e porta a non iscrivere più questa materia in quella frase odiosa “nei limiti degli stanziamenti di bilancio”. Su questo tema dobbiamo evitare l’approccio di tipo burocratico ed economico e produrre quella che secondo me è una rivoluzione, cioè che i disabili hanno il diritto di una vita autonoma, indipendente.

Sappiamo le finalità della legge, ” il dopo di noi” cioè l’angoscia e la paura  che pervade i genitori che si domandano quale sarà il destino del loro figlio nel momento in cui non saranno più in grado di assicurare loro assistenza e aiuto. Però c’è anche un “durante di noi”, di cui bisogna tener conto, cioè predisporre affinché il disabile possa intraprendere un percorso di vita perché su questo è stato preparato. Quindi io direi di dar forza a questa legge perché mi pare essere poco conosciuta ancora. A questo punto poi, in riferimento a quella paventata chiusura della casa di riposo Giovanni XXXIII, io chiedo all’amministrazione di valutare di realizzare all’interno dell’IPAB Giovanni XXIII la comunità del “dopo di noi”, in attesa che dalla Regione arrivino notizie sulla riforma delle IPAB sulla quale si sta lavorando. 

(Achille Sammartano)

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