lunedì, Maggio 6, 2024
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Santa Venerina: pubblicato il bando per la ricostruzione della chiesa di Santa Venera

È stata indetta dalla Diocesi di Acireale, nella qualità di stazione appaltante, una procedura aperta per l’affidamento dell’appalto dei lavori di riparazione del danno e miglioramento sismico della chiesa di Santa Venera di Santa Venerina, gravemente danneggiata dal sisma del 26/06/2018, con criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

L’importo dei lavori ammonta a Euro 943.945,51 (IVA esclusa). I lavori sono classificati in categoria OG2 (beni tutelati). Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12:00 del 31/07/2023. I documenti di gara sono fruibili su TUTTO GARE – Diocesi di Acireale, all’indirizzo: https://diocesiacireale.tuttogare.it.

La procedura, per la Diocesi, è coordinata, per mandato del vescovo mons. Antonino Raspanti, dall’ufficio Beni Culturali Ecclesiastici, si avvale della professionalità del RUP Ing. Rosario Arcidiacono, collaborato dall’Ing. Aurora Cristaudo. “L’offerta economicamente più vantaggiosa – così spiega l’Ing. Arcidiacono – ha la finalità di premiare le offerte non solo dal punto di vista economico, a cui viene dato un peso meno rilevante, ma soprattutto dal punto di vista tecnico-qualitativo”.

Responsabile del Servizio è don Angelo Milone: “La ricostruzione di una chiesa è importante per ricostituire il tessuto sociale di un territorio. Stiamo lavorando con grande impegno e sinergia con le istituzioni”.

I finanziamenti sono stati erogati dal Commissario straordinario dott. Salvatore Scalia, Commissario straordinario per la ricostruzione nei territori dei Comuni della Città Metropolitana di Catania: “E’ stato un percorso non facile. L’auspicio è che si possano iniziare e concludere al più presto i lavori. Per numerose altre chiese verranno presto bandite altre gare”.

Don Giovanni Marino, parroco di Santa Venera in Santa Venerina: “In questi anni non abbiamo pensato solo alla ricostruzione materiale, cioè solo a ciò che è stato distrutto dal terremoto, ma da subito abbiamo valutato che la ricostruzione dovesse essere soprattutto una ricostruzione della comunità”.

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