lunedì, Ottobre 14, 2024
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Violenza maschile sulle donne: la formazione di Thamaia per riconoscerla e accogliere le richieste di aiuto

Come accogliere le donne che subiscono violenza maschile, come saper riconoscere le situazioni a rischio, quali sono gli strumenti giuridici a tutela e quali le misure di protezione per i figli minori; ed ancora, la risposta delle istituzioni, le procedure sanitarie e la metodologia del Centro Antiviolenza. Sono questi gli argomenti che verranno trattati durante il corso di formazione integrata rivolto agli operatori e alle operatrici della Rete Antiviolenza della Città Metropolitana di Catania, che sarà avviato domani 14 marzo 2024. 

Un’attività resa possibile grazie al progetto «Venti a favore delle donne: percorsi di libertà per donne che subiscono violenza» coordinato dall’Associazione Thamaia Onlus di Catania e finanziato da Fondazione Con il Sud

Si tratta del primo dei tre cicli formativi di 30 ore previsti dal progetto, in cui sono coinvolti 45 uomini e donne che lavorano in ambito sociale, sanitario e ospedaliero, all’interno delle forze dell’ordine e degli enti del Terzo settore

In collaborazione con il Policlinico Rodolico – San Marco di Catania che ha curato l’accreditamento ECM e messo a disposizione gli spazi per gli incontri, l’Associazione Thamaia ha strutturato il percorso formativo con l’obiettivo di accrescere le capacità di riconoscere e situazioni di violenza maschile sulle donne, di favorire l’emersione del fenomeno e migliorare l’accoglienza di coloro che chiedono aiuto.

«La formazione degli operatori e delle operatrici – afferma la presidente di Thamaia Anna Agosta – rappresenta un elemento fondamentale per garantire alle donne che chiedono aiuto un supporto competente e specializzato, per scongiurare episodi di rivittimizzazione secondaria. La formazione integrata e sinergica, così come l’abbiamo pensata in collaborazione con tutti gli enti partner della Rete Antiviolenza della Città Metropolitana di Catania, offre anche la possibilità di un confronto tra gli stessi operatori e operatrici, al fine di favorire una presa in carico integrata delle donne che intraprendono il difficile percorso di fuoriuscita dalla violenza».

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