sabato, Maggio 18, 2024
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Le 15 priorità infrastrutturali della Sicilia e i conti del Ponte

Sicilia: 15 priorità infrastrutturali per le imprese, che chiedono una 
rete logistica e di trasporto dopo il -8 miliardi di export nel 2023.
Impatto del cantiere del Ponte sullo Stretto: 13 miliardi di spesa per 
un contributo complessivo al Pil nazionale di 23 miliardi. Lombardia, 
Lazio, Sicilia, Emilia e Veneto le regioni più avvantaggiate dal 
cantiere, stimolerà in tutto il Paese molti settori. Dialogo con Ciucci 
per creare filiere nell’Isola.
SdM, il direttore tecnico: in estate via ai cantieri delle opere 
propedeutiche, negli 8 anni modifiche se arriveranno nuove tecnologie, 
massima attenzione all’ambiente.
Anas: in corso piano da 17 miliardi. Rfi: si progetta la 
Palermo-Messina.

Quindici infrastrutture prioritarie mancano 
all’appello per fare finalmente della Sicilia l’hub commerciale del 
Mediterraneo verso il Nord Europa. Le tensioni nello stretto di Bab 
al-Mandab e il crollo del 65% dei transiti navali dal Canale di Suez 
hanno spinto il 35% di armatori che ancora utilizzano la rotta del Mar 
Rosso ad accorciare la navigazione, raddoppiando i servizi di linea e 
attraccando nei porti di Vado Ligure e di Gioia Tauro piuttosto che a 
Rotterdam per compensare l’aumento dei costi. Scali che sono già 
prossimi all’overbooking: la Sicilia avrebbe l’opportunità di assorbire 
parte dei flussi, ma l’assenza di porti di transhipment e di 
collegamenti con una rete veloce la allontanano.
Dunque, diventa ancora più urgente la richiesta alle istituzioni 
avanzata dalle imprese siciliane tramite le Camere di commercio, di 
realizzare al più presto le 15 infrastrutture che hanno indicato come 
prioritarie, di cui ben 8 indifferibili, nell’indagine condotta da 
Unioncamere Sicilia in collaborazione con Uniontrasporti e nei tavoli 
tecnici di confronto realizzati in tutti i territori dell’Isola. Il 
“Progetto infrastrutture”, finanziato dal Fondo di perequazione 
2021-2022 di Unioncamere nazionale, è sfociato nell’aggiornamento del 
Libro bianco, presentato oggi da Unioncamere Sicilia.
Come ha spiegato Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti, 
l’elenco delle 15 opere prioritarie comprende le prime otto 
indifferibili (l’alta velocità Palermo-Catania, l’ammodernamento a 
quattro corsie della Palermo-Agrigento, la ferrovia Messina-Catania, il 
completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Messina, la 
Ragusa-Catania, la velocizzazione della ferrovia Catania-Siracusa, la 
pedemontana di Palermo col collegamento al porto e il Ponte sullo 
Stretto di Messina) e le altre sette opere prioritarie (l’intervalliva 
Tirrenico-Jonica, il completamento della Siracusa-Gela, la tangenziale 
di Agrigento, il collegamento del porto di Augusta, l’interporto di 
Termini Imerese, il collegamento dell’aeroporto di Trapani Birgi e il 
terminal cargo a Comiso).
Il “Progetto infrastrutture” vuole proprio rispondere alle esigenze 
espresse dalle imprese, oggi costrette per l’85% a scegliere il 
trasporto su strada. Una condizione negativa di partenza che, aggiunta 
agli altri fattori di tardato sviluppo che riducono la competitività dei 
prodotti, ha comportato nel 2023 un crollo delle esportazioni pari a 8 
miliardi di euro (-19,3%).
“Il Libro bianco – ha spiegato Pino Pace, presidente di Unioncamere 
Sicilia – si può dire che sia stato scritto dalle imprese che soffrono 
quotidianamente le conseguenze di una lotta impari; indica come mettere 
le catene produttive e gli operatori del trasporto nella condizione di 
disporre di una rete di nodi logistici e di strade e ferrovie veloci 
concepita per il trasporto intermodale ferro-nave e ferro-aereo e per le 
autostrade del mare. Infatti, l’attrattività commerciale della Sicilia – 
sottolinea Pace – si gioca sulla sostenibilità, rapidità ed economicità 
del trasporto: tre elementi che insieme possono rafforzare l’export 
dell’Isola e la nascita di poli di investimento e di interscambio 
Europa-Mediterraneo favoriti dalle opportunità della Zes unica”.
L’aggiornamento del Libro bianco, che misura l’indice di potenzialità 
del territorio in base alla qualità delle infrastrutture, alla 
produzione di energia green, al livello di digitalizzazione e alla 
dotazione di banda ultralarga e di rete 5G, segnala alle istituzioni 
responsabili anche alert medi riguardo ai possibili rischi per la 
realizzazione di due opere prioritarie (la Catania-Siracusa il cui costo 
nel frattempo è aumentato e la Pedemontana di Palermo che vede tempi 
assai lunghi) e quattro alert più blandi relativi alla Messina-Catania, 
alla Palermo-Catania, alla Ragusa-Catania e al Ponte sullo Stretto.
“Il Ponte sullo Stretto di Messina – ha evidenziato Ivo Blandina, 
presidente di Uniontrasporti – assicura un sistema di collegamento 
veloce tra la Sicilia e il resto del Continente europeo, non solo perché 
dimezza i tempi di attraversamento fra Messina e Villa San Giovanni, ma 
anche perché trascina con sé lo sviluppo dell’intera rete di trasporto 
dell’Isola. A partire dal raddoppio della Palermo-Messina, eletto dalla 
Commissione e dal Parlamento Ue al rango di asse ‘extended core’ 
nell’ambito del corridoio Ten-T Scandinavo-Mediterraneo. Il Ponte 
richiamerà anche l’anello che Anas sta progettando per collegare i 
territori di Trapani e Agrigento e i porti della costa Sud con l’alta 
velocità e con l’asse della Sicilia orientale fino a Messina. Ciò – ha 
concluso Blandina – permetterà a tutte le imprese, anche a quelle delle 
aree interne, di potere ricevere e spedire merci da e per l’Europa in 
tempi e con costi competitivi”.
Con l’occasione Dino Ferrarese, senior expert di Openeconomics, ha 
illustrato il nuovo studio dell’impatto che avrà sull’economia dei 
territori il cantiere del Ponte sullo Stretto nei suoi otto anni di 
durata. Considerati anche i ritorni sotto forma di investimenti 
dell’insieme delle imprese e dei consumi dei 36mila 700 occupati 
stabili, per un costo d’opera previsto di 13,5 miliardi si avrà un 
contributo complessivo di 23,1 miliardi al Pil del Paese, un gettito 
fiscale per lo Stato di 10 miliardi, un contributo complessivo di 22,1 
miliardi ai redditi delle famiglie, 10,9 miliardi di redditi da 
capitale, 8,8 miliardi di redditi da lavoro e 3,4 miliardi di imposte 
indirette. Quanto al Pil diretto, indiretto e indotto nelle singole 
regioni, la Lombardia riceverà il maggiore contributo (5,5 miliardi), 
seguita da Lazio (2,6), Sicilia (2,1), Emilia-Romagna (1,99), Veneto 
(1,98) e Calabria (1,4). Ciò perché, ha spiegato Ferrarese, “nelle 
regioni del Nord sono maggiormente concentrate le imprese che per 
dimensioni e capacità possono garantire la fornitura di materiali, 
servizi e tecnologie”. Ivo Blandina ha, quindi, dichiarato che nel 
tentativo di riequilibrare la distribuzione regionale delle ricadute sul 
Pil, Unioncamere Sicilia con Uniontrasporti e Confindustria Sicilia 
hanno avviato un’interlocuzione con l’A.d. della Stretto di Messina, 
Pietro Ciucci, al fine di individuare in Sicilia tutte le attività che 
possano essere coinvolte nei cantieri e di creare localmente filiere di 
dimensioni adeguate.
Valerio Mele, direttore tecnico della società Stretto di Messina, ha 
assicurato che i cantieri delle opere propedeutiche al Ponte, come le 
bonifiche e l’eliminazione delle interferenze, partiranno quest’estate 
subito dopo l’approvazione del piano finanziario da parte del Cipess. 
Inoltre, ha chiarito che, se nel corso degli otto anni di esecuzione 
dovessero subentrare nuove tecnologie di costruzione o di materiali, 
queste saranno prontamente adottate adeguando il progetto. Così come 
massima sarà l’attenzione all’ambiente. Prova ne sia che 
nell’aggiornamento del piano di incidenza ambientale rispetto al 
progetto del 2011 è stata prevista la realizzazione di habitat protetti, 
sono stati sostituiti il tipo di piloni sottomarini per non impattare 
sui cetacei e il tipo di illuminazione della sede stradale per non 
disturbare l’avifauna.
Raffaele Celia, direttore regionale Anas Sicilia, ha riferito che del 
piano di investimenti da 17 miliardi in Sicilia, sono in corso 
manutenzioni programmate per oltre 2 miliardi, nuove opere per 3,5 
miliardi e progettazioni per 10 miliardi. I cantieri avviati riguardano 
molte delle priorità del “Libro bianco”, come la Ragusa-Catania; il 
primo lotto della Palermo-Agrigento che sarà definito entro la primavera 
e il secondo che si sta progettando; la Nord-Sud e la 
Agrigento-Caltanissetta che si stanno completando; si sono conclusi i 
dibattiti pubblici sulla tangenziale di Agrigento e sulla 
Castelvetrano-Sciacca. Celia ha anche annunciato che Anas è pronta ad 
avviare il dibattito pubblico sul progetto della pedemontana di Palermo 
e che sta concordando con la Regione il calendario degli incontri.
Da parte sua, Maurizio Infantino, direttore Investimenti di Rfi per la 
Sicilia orientale, ha ricordato che tutti i cantieri della 
Palermo-Catania-Messina sono stati avviati; che è in corso il progetto 
di fattibilità per completare il raddoppio della Palermo-Messina fra 
Castelbuono e Patti, percorso di 70 km che sarà tutto in galleria; che a 
maggio andrà in gara il collegamento col porto di Augusta; e che entro 
l’estate sarà pronto il progetto del collegamento della Ragusa-Vizzini 
con l’aeroporto di Comiso.
Nico Torrisi, A.d. della Sac, ha ricordato in proposito che il 
governatore Renato Schifani ha sposato il progetto del terminal cargo a 
Comiso, che sarà finanziato con fondi Fsc. Torrisi ha anche detto di non 
essere contrario alla privatizzazione delle società aeroportuali, purchè 
prevedano investimenti su piani industriali di rilancio dei territori.
Luca Lupi, segretario generale dell’Autorità di sistema portuale della 
Sicilia occidentale, ha ribadito la centralità dei porti siciliani in 
una strategia che vede il 90% delle merci transitare dal Mediterraneo, e 
che i porti della Sicilia occidentale si stanno preparando agli 
investimenti che saranno finanziati dal nuovo regolamento Ten-T che l’Ue 
approverà ad aprile e ad utilizzare gli incentivi che sempre l’Ue 
metterà a disposizione col nuovo regolamento che impone punti di 
ricarica Gnl e elettrici per le navi green. Lupi ha anche ricordato gli 
investimenti “Pnrr” per l’elettrificazione delle banchine e ha 
enfatizzato il modello del partenariato pubblico-privato che sta 
consentendo all’Authority di conseguire l’obiettivo del “cold ironing” 
per ridurre le emissioni delle navi attraccate.
Il presidente della Camera di commercio Palermo Enna, Alessandro 
Albanese, ha sottolineato che “quando chiediamo il Ponte sullo Stretto, 
non lo facciamo per avere un’opera fine a se stessa, ma la realizzazione 
del Ponte deve trainare tutte le altre infrastrutture che servono allo 
sviluppo della Sicilia e del Paese”.
Infine, Gaetano Vecchio, presidente di Confindustria Sicilia, ha 
elencato tutte le difficoltà strutturali che deve affrontare chi fa 
impresa nell’Isola e ha auspicato una rapida realizzazione delle opere 
necessarie, a partire dalle tangenziali di Palermo e Catania.

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