mercoledì, Ottobre 9, 2024
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Catania. Bilancio ingessato e Consiglio esautorato delle proprie funzioni

Il Comune di Catania ha approvato oggi il bilancio di previsione 2024/2026. Avrebbe dovuto farlo entro il 31 dicembre dell’anno scorso; poi entro il 15 marzo di quest’anno. 

Solo dopo l’intervento della Regione Siciliana che prospettava l’invio di un commissario, in fretta e furia si è addivenuti finalmente alla sua approvazione il 26 aprile. 

A fronte di una richiesta dell’opposizione tesa a comprendere quali conseguenze avrebbe avuto il ritardo, l’amministrazione non aveva saputo rispondere, lasciando la risposta agli uffici.  Pur avvertita, ha atteso le ingiunzioni della Regione Siciliana e forzato le commissioni e il consiglio ad un esame frettoloso. Visto i tempi, la capigruppo è stata costretta ad optare per celebrare la seduta di consiglio in modalità mista, del tutto irrituale, ovvero online e di presenza. Ma c’è un po’ di ironia in questo passaggio. Infatti il bilancio è vincolato. Non è possibile fare alcun cambiamento nelle somme destinate ai diversi programmi di spesa. Insomma una lettura ed uno studio inutili se il consiglio non può imprimere alcun indirizzo all’azione di governo. Ciò è dovuto al fatto che malgrado i cinque anni del dissesto si siano conclusi il 31 dicembre 2023, in realtà il dissesto continua perché l’amministrazione non sarebbe stata in grado di assorbire il debito non ancora estinto da parte della commissione di liquidazione.

Il consiglio si è trovato di fronte ad una lista cospicua di opere pubbliche che non ha mai approvato e di cui sconosce i tempi di realizzazione e la logica complessiva.

Come se non bastasse l’amministrazione si è presentata in aula totalmente impreparata rispetto ad alcuni emendamenti presentati dall’opposizione sul Dup (Documento unico di programmazione). In aula non ha infatti fornito risposte esaustive sulla gestione del patrimonio immobiliare, in alcuni casi oggetto di investimento ma contemporaneamente inserito nel piano delle dismissioni, costringendo il Presidente ad una imbarazzante interruzione della seduta.

Insomma una vera e propria sospensione della democrazia, che assume sempre più coloriture illiberali. Ma se i diritti vengono compressi da una parte si faranno sentire da un’altra parte. In modo certamente scomposto e per nulla efficiente. Insomma un vero disastro (o dissesto se volete).

I gruppi consiliari M5s e Pd

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