«Tanto parlare e poca concretezza nei fatti». Con queste parole Giacomo Modica spiega i motivi per cui ha deciso di lasciare la guida tecnica del Mazara Calcio. Una decisione presa a seguito, stando da quanto trasmesso dallo stesso Modica in una conferenza stampa svoltasi nel pomeriggio di oggi (martedì 25 ottobre), alle promesse non mantenute da parte di chi doveva impegnarsi per il mantenimento di un progetto e non l’ha fatto. Con lui se ne vanno l’allenatore in seconda Pierino Giacalone, il preparatore dei portieri Baldo Nastasi ed il medico sociale Franco Scaturro. Alla conferenza stampa hanno assistito anche un gruppo di tifosi. «Entro sabato aspettavo una risposta per capire se questa società continuava ad avere vita oppure no – dichiara Giacomo Modica – ed allora, esponendomi a fare la partita con il Troina, siamo partiti nella settimana appena trascorsa al termine della quale, dopo le dimissioni di Abbagnato, ho incontrato il dott. Franzone il quale mi aveva assicurato che il tutto era fattibile e aspettava solo le carte utili. Non ho allenato la squadra in settimana perché volevo sollecitare coloro i quali dovevano muoversi a farlo in fretta – puntualizza il mister -, per questo non sono andato in panchina e per coerenza sulla mia disponibilità a discutere insieme delle scelte, mi sono seduto in tribuna insieme al dott. Franzone. Ma la stessa coerenza mi impone di non andare avanti e presento le mie dimissioni che al momento sono irrevocabili in quanto non vedo chiarezza. Il mio arrivo su questa panchina è stato dettato da uno sdegno nei confronti del calcio di oggi ad alti livelli, dal voler fare un favore a mio padre e perché volevo riportare Mazara ad alti livelli; non sono venuto qui a svernare. Io voglio dei programmi da parte di una società sana che sa come si costruisce il calcio e di tutto questo finora ho visto ben poco. In questo momento non c’è ne società, né uomini ma tante defezioni a livello strutturale e orgnizzativo. Per questo penso che questi non sono modi di fare calcio e che la mia presenza in questo posto non abbia più senso. Posso fare pure 6 sconfitte ma le accetto se so alle mie spalle c’è un progetto serio, come quello che pensavo di trovare all’inizio ma invece ho trovato solo chiacchiere e un ambiente che ne fa e neanche lascia fare”.
Sulla squadra: «Ai ragazzi non mi sento dire nulla dal punto di vista dell’impegno, ci mancherebbe altro. Noi siamo il Mazara e occorreva dare un segnale concreto anche a loro. Non si può fare in questo momento? Ci può stare, ma se non c’è la società, come aggiusti la situazione? Con quali garanzie?. Franzone mi ha detto che anche lui sta aspettando e che ha le documentazioni pronte e io, prima dell’allenamento, avevo chiesto di vedere le firme per poi tornare a programmare. Se ancora non è arrivato nulla presumo che ci voglia del tempo ma da parte mia non c’è più voglia di aspettare. Ad oggi mi ha detto che non dipende da lui, ma a me non importa, io vedo solo che ad oggi non ci sono le firme”. Sulla possibilità di un rtorno in pista una volta appianificatasi tutta correttamente la situazione, Modica risponde: “Io ho fatto la mia scelta perché avevo un obiettivo perché Mazara è la mia pelle che oggi è cucita nellla mia vecchiaia. Se loro vogliono riaprire nei miei confronti per me va bene, ma ci vogliono 3 C fondamentali: chiarezza coerenza e concretezza». Sulla possibilità da parte di Abbagnato di aver fatto una scelta d’immagine nel contattarlo, Modica dice: «Magari il presidente ha pensato di rilanciare economicamente la società basandosi sulla buona immagine cui poteva contribuire la mia esperienza, ma la cttà ha risposto in maniera negativa, forse perché nonstante sia un buon imprenditore lui non riscuote più la fiducia di 20 anni fa, però purtroppo si è trovato da solo senza appoggi per portare avanti la baracca».
Sulle parole che con Franzone si sono scambiate domenica scorsa allo stadio: «Aspetto di sedermi con Franzone per vedere se la situazione possa effettivamente cambiare. Per quello che mi ha detto le condizioni, usando il condizionale, ci potrebbero essere, ma ho dato l’out-out di martedì e, anche se a livello burocratico non è facile organizzarsi burocraticamente, lo dovevo fare perché avevo dato la parola ai miei tifosi e in queste condizioni non si può andare avanti». Infine, alla domanda se dentro sé spera questa essere una miccia per far si che alla fine a Mazara del Vallo esploda la possibilità di fare calcio seriamente, Modica risponde: «Questa è la mia città di origine, per questo me lo auguro».